Passaggio delle educatrici dal comune allo Stato in caso di statalizzazione? No, è una fake news

a seguire il comunicato stampa sgb comune di Pisa

In Commissione consiliare l'assessore Munno parlo' di passaggio delle educatrici comunali allo Stato in caso di statalizzazione delle materne. Ora, nell'ultimo Consiglio Comunale, scopriamo, per bocca della assessora, che questa ipotesi non è realizzabile.

 Perchè ? I titoli di studio sono diversi e non tutte le educatrici sono laureate in scienze della formazione primaria e dovrebbero aspettare che il Miur bandisse un concorso, parteciparvi e vincerlo. Ma anche in tale caso passerebbero almeno tre anni prima dell'immissione in ruolo.

E non solo le educatrici non potranno passare allo Stato, sempre nel caso di statalizzazione delle materne, ma il problema si presenterebbe anche per il personale ausiliario negli appalti della refezione con assai meno tutele per il loro posto di lavoro.

Siamo in presenza del solito pasticciaccio, prima di pensare alla statalizzazione delle materne l'Amministrazione comunale avrebbe dovuto fornire risposte reali sul personale comunale e su quello degli appalti.

La scelta della statalizzazione è dettata da un fatto ineludibile: il piano occupazione approvato dalla Giunta Conti per i primi 18 mesi è stato sbilanciato a favore delle assunzioni di agenti di Polizia da impiegare sempre piu' nell'ordine pubblico, in contrasto (a nostro avviso) anche con le direttive emanate dall'Accordo Anci \Viminale.

Come nel caso del dopo scuola, prima si lanciano i proclami e solo dopo si verificano le fattibilità di queste scelte, ad esempio la scelta dei due quartieri dove collocare il dopo scuola non è avvenuta sulla base di domande e richieste scritte, sui bisogni reali in base ai quali decidere un quartiere invece di un altro.  Stesso discorso vale per gli scuolabus che saranno investiti di nuovi servizi (quelli del dopo scuola) ma senza prima verificare la fattibilità reale di questo nuovo servizio.

Che altro dire se non ribadire la nostra preoccupazione e contrarietà ad un modus operandi sempre piu' contraddittorio?

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