Il welfare in natura?

Detassare i premi di risultato ossia i premi aziendali è una vecchia proposta condivisa da Sindacato e Governo e la detassazione alla fine fa comodo ad entrambi, magari per ragioni diverse.
  Con la legge 208/15  è quindi possibile detassare i premi di risultato entro 3 mila euro che poi diventano 4 mila nel caso in cui il datore coinvolga sindacato e forza lavoro nella cosiddette organizzazione del lavoro. Fin qui nulla di nuovo, dovremmo piuttosto riflettere sul fatto che gli aumenti dovrebbero essere corrisposti in busta paga a partire dai rinnovi contrattuali e non rinviare al livello aziendale con meccanismi spesso diseguali nella distribuzione dei premi.
Ora si torna a parlare del welfare di risultato esaltando il premio cosiddetto in natura attraverso alcuni vantaggi fiscali e ad esempio, per invogliare la previdenza integrativa, la quota versata alla stessa non concorre a determinare il reddito di lavoro . Ora capirete che le stanno pensando di tutte per trasformare il reddito in servizi, in sanità e previdenza integrativa, anzi la finalità è proprio quella di barattare incrementi salariali con servizi di varia natura o benefit per prestazioni educative, sportive, di istruzione, di assistenza alla disabilità.
Tutto questo sommovimento è finalizzato a trasformare il reddito in servizi, giusto per ottenere un risparmio fiscale e contributivo, aiutare sanità e previdenza integrativa, affermare un welfare aziendale in alternativa a quello universale ricorrendo alla erogazione di beni o servizi di varia natura.
E cosi' il credito welfare verrà riconosciuto  ai lavoratori dipendenti e agli amministratori e vincolato solo ad erogazioni in natura. Rimborsi e riconversione dei premi in denaro rappresentano un tabu', si torna, nell'era del capitalismo finanziario e speculativo, ai baratti in natura convincendo i lavoratori della bontà di questo meccanismo. 

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