Sardine : una riflessione

LETTERA DELLE SARDINE A CONTE.
di Tiziano Tussi IL primo febbraio le sardine hanno scritto una
lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pubblicata su la Repubblica. Il testo, lungo quanto basta, è ad una lettura non dico attenta, ma comunque non superficiale, un bel riassunto di banalità, nullità e trivialità teorica. Non meriterebbe una sufficienza, neppure risicata, in un compito in classe alle scuole superiori. Vediamone alcuni punti.
Dopo unapertura di cortesia si passa ad una affermazione che ha nello stupore il risultato dello scritto: Lincontro
fra generazioni [] è un fatto importantissimo, impensabile fino a qualche tempo fa. Cosa vuole dire questa lapidaria
affermazione? Forse che solo ora, e grazie a loro, le generazioni si sono incontrate. Non è neppure il caso di sottolineare la totale astrusità che esce da queste parole.

Poco sotto affermano: ...noi non abbiamo nulla da insegnare…” e quindi perché ascoltare chi non ha nulla
da insegnare? Mah! Altra curiosa affermazione: Non siamo un partito e neanche un governo…” Il significato recondito qual è. Che non siano un partito è evidente, ma cosa significa non siamo un governo? Forse i pescetti che hanno scritto non sanno cosa sia e cosa voglia dire essere un governo, governare qualcosa? Boh!Dopo alcuni altri passaggi emblematici si dice:Preferiamo i politici coraggiosi e lungimiranti a quelli che ogni giorno dicono di risolvere un problema. Come se vi fosse contraddizione tra essere coraggiosi e lungimiranti e risolvere problemi che notoriamente si risolvono nel
tempo, quindi di giorno o di notte, nel tempo. E poi chi preferirebbe avere a che fare con politici pavidi e/o miopi?

Altra perla assoluta: “…il Sud ...malgrado tutto conserva la sua dignità e aspetta solo di divenire rete…” Naturalmente
non si dice cosa sia la dignità del Sud, quali aspetti voglia dimostrare o stia dimostrando; il luogo appare solo come
anelante di diventare rete, forse per i pescetti? Un luogo dove gli uomini in carne ed ossa aspettano solo di divenire rete naturalmente finalizzato alla crescita (ma non si dice di cosa?!?) e alla cura. (non si sa di chi e/o di che cosa).

Passiamo poi allindustrializzazione con queste parole:Quando una politica si ciba della contrapposizione tra salute e industria, si mina ogni possibilità di sviluppo e di lavoro e si logora la reputazione dello Stato. Andrebbero spiegate troppe cose. Curioso quel si ciba. E sotto ancora: Non siamo esperti, né tuttologi…” Mi viene in mente, e lo scrivo solo per assonanza di parole e di suono, ma veramente non sono queste assonanze minimamente comparabili alla pochezza della lettera. Visto che le sardine continuano adire che non sono qualcosa ecco: Di voi, che altro avete detto, se non che siete punto unaccolta di parti corporali, né unaria o un vento o una cosa che cammina o che sente ecc.? [] Poiché, a dir vero, tutte queste cose non sono che negazioni, e non vi si domanda mica che ci diciate quel che non siete, ma, bensì, che ci insegniate quel che siete. Qui si vola alto (Obbiezione di Pierre Gassendi a Cartesio, che naturalmente gli risponde da par suo, siamo nel 1641).

Loro comunque saranno sempre in piazza: “…quando la politica di qualsiasi colore mostrerà di non rispettare lintelligenza delle persone…” Ora, certo, si dovrebbe scrivere chi decide che quella politica, di qualsiasi colore per carità, non è intelligente, non sta rispettando lintelligenza delle persone, ma quali poi? E se chi lo decidenon fosse intelligente? Tranquilli: queste preoccupazioni non sono nella rete sardenaira. Ma finiamo: noi ci “…sentiamo come Ermes (il messaggero degli dei, gli dei sono naturalmente il loro popolo loro sardenairo). E poi veramente torniamo
a dialogare…” che pare essere assoluta novità sociale. Unaccozzaglia di imbecillità (à la Cipolla) letteraria e di vuotezza teorica. Il fatto che la Repubblica labbia pubblicata fa molto pensare. Ce nè abbastanza per avere voglia di un uomo, o una donna, bisogna sempre dirlo altrimenti non si capisce che uomo, sta per essere umano ecc. ecc., di polso. Un leader
che possa anche dire e fare sciocchezze, ma almeno dire e fare qualcosa. Potremmo a questo punto rischiare di pensare a politici di alta grandezza come Cariglia, Longo, Malagodi, Spadolini. Basterebbero loro.

Ma studiare un pò il pensiero politico, di qualunque colore, attenzione? Non farebbe male.
Pan e pesit…
Sul numero di Gente del 28 dicembre dello scorso anno appare in copertina questo rimando alle pagine
interne: La moda Sardine, seguita da una foto dello stesso pesce. Appena nate, le sardine, già fanno
tendenza. Un grande brivido per il potere costituito!

 

Commenti