80 mila posti di lavoro in meno in un mese:ecco la verità sulla ripresa

Il tasso di occupazione cala  al 59,2%., la disoccupazione stabile al 9,8 per cento, sarebbero sufficienti questi dati per confutare il luogo comune della ripresa.

A dicembre 2019 l’occupazione si è ridotta di 75mila unità e questo crollo occupazionale riguarda soprattutto i contratti a tempo o indeterminato (-75mila unità). La fascia d’età  (25-49 anni)è quella piu' colpita con meno 79mila occupati con la crescita degli inattivi  (+42mila in un solo mese); e gli autonomi che sono in continua diminuzione, il dato piu' basso dal 1977.

Quelli appena riportati sono dati di fonte Istat e fotografano un mercato del lavoro in fase recessiva, i disoccupati continuano ad essere quasi il 10%, sono sempre piu' numerosi gli uomini che perdono il lavoro soprattutto nella fascia di età in cui si è maggiormente produttivi  e in teoria impiegati, tra i 25 e i 50 anni. E cosi' l' Italia è rimasta al palo, terz’ultima in Ue, peggio di noi solo Spagna e Grecia, tutti  paesi in grande ritardo e difficoltà rispetto alle altre nazioni dell'Euro nelle quali la disoccupazione risulta in calo.
Qualcuno, anche in ambito sindacale, se la prende intanto con il Decreto dignità  a conferma che l'immaginario collettivo è stato inesorabilmente manipolato dal pensiero unico liberista secondo cui la rigidità, o presunta tale, del mercato del lavoro, la presenza di regole atte a limitare la libertà di azione padronale, sarebbero non solo sbagliate ma controproducenti.

Una vulgata dura da morire soprattutto se tra i suoi cantori ritroviamo anche chi dovrebbe invece contrastarla, infatti non solo i posti di lavoro in perdita sono il risultato di una crisi profonda del paese che ha puntato tutto sulle delocalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulla riduzione del costo del lavoro smantellando le tutele collettive e individuali  ma proprio la deregulation in materia di lavoro e diritti ha accompagnato la perdita dei posti. E le sanzioni del decreto sicurezza ai danni dei lavoratori in sciopero e protagonisti di blocchi stradali sono solo la punta dell'iceberg.

E cosi' i posti di lavoro diminuiscono insieme alle tutele collettive, alla cancellazione della reintegra per il licenziamento illegittimo, insieme alle deroghe ai contratti nazionali, meno lavoro e meno tutele, ecco rovesciata la vulgata liberista .

I Problemi sono quindi ben altri, primo tra tutti il crollo della domanda alla base della mancata ripresa, non ci sono consumi e posti di lavoro senza investimenti e senza cambiamenti profondi nel capitalismo italiano.

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