Regionali Emilia e Calabria: vogliamo parlarne senza nasconderci?
Saremmo dei folli
a pensare che la sconfitta elettorale in Emilia Romagna sancisca la
debacle del salvinismo, anzi indagare i risultati elettorali dovrebbe
essere non tanto esercizio intellettuale di pochi eletti ma sforzo
collettivo per comprendere la realtà dei nostri giorni. L'Emilia Romagna, da anni, rappresenta un laboratorio del capitalismo italiano, il suo Pil
aumenta a livelli tedeschi ma altrettanto lo sfruttamento della forza
lavoro. E la stessa regione è stata un laboratorio in materia di
repressione come dimostrano i fogli di via,
licenziamenti, sanzioni, denunce a centinaia contro movimenti e sindacati di base.
I cittadini sono
sempre meno coscienti della posta in gioco, quasi nessuno conosce le
differenze tra le leggi elettorali vigenti nelle varie regioni italiane,
un sistema elettorale dove da anni abbiamo soglie di sbarramento e
premi di maggioranza, l'esatto contrario di quel principio equo che
assegna i seggi in base ai voti riportati assicurando, sempre
proporzionalmente, la rappresentanza e la divisione dei seggi. E pensare
che in questi giorni si parla del sistema elettorale dividendoci tra
sostenitori del proprozionale e del maggioritario, posizioni funzionali
alla vittoria elettorale, non certo frutto di pratiche democratiche. I modelli elettorali sono pensati in funzione della vittoria elettorale dimenticando che il maggioritario e il premio di maggioranza sancivano la vittoria della governabilità sulla rappresentanza democratica.
Prendiamo ad
esempio la Calabria dove la candidata della destra, Jole Santelli di
Forza Italia, ha nettamente battuto i suoi concorrenti anche se il
Partito democratico guadagna consensi diventando in Regione il partito
di maggioranza relativa.
Ma come funzionano i due sistemi elettorali?
Nella Regione
Calabria, i consiglieri regionale da eleggere sono 30, piu' il
presidente, alla ripartizione dei seggi partecipano le liste che hanno
superato il 4% e le coalizioni di liste che superano l’8%, con tanto di
premio di maggioranza per la lista (o le liste) che appoggiano il
candidato governatore vincente.Alla coalizione o lista vincente viene
assicurata la maggioranza dei seggi, almeno 16 seggi (il 55% del totale)
e non viene previsto il voto disgiunto, l'elettore dovrà esprimere una
sola preferenza per un solo candidato consigliere regionale, la croce
va fatta o solo sul nome del candidato presidente o su lista e
candidato.
Il voto disgiunto invece è consentito dalla legge regionale Emilia Romagna dove vige un insieme di regole diverse dalla Calabria.
In Emilia sono ammesse alla ripartizione dei seggi tutte le liste che hanno superato il 3%,
ma possono entrare in Consiglio anche le liste che prendono meno del 3%
a condizione che il candidato Governatore collegato abbia superato il 5%. Anche in questo caso esiste un forte premio di maggioranza per la lista o le liste che appoggiano il candidato Governatore vincente, ci vince prende 27 seggi, ossia il 54% del totale per
la coalizione-lista che otterrà il numero maggiore di voti nei
risultati ufficiali. In questo caso è invece ammesso il voto disgiunto
che poi ha sancito la vittoria del candidato di centro sinistra.
Ma perchè nessuno si chiede la ragione di questi sistemi elettorali cosi' differenti? E una eventuale analisi del sistema elettorale puo' omettere la riflessione sui sistemi regionali? Pensiamo di no, sempre che non si voglia piegare ogni eventuale riforma e cambiamento a logiche ben diverse dalla realtà
Se poi guardiamo i
dati si capisce come la logica del cosiddetto voto utile abbia premiato
il centrosinistra, basta vedere la debacle del candidato a Governatore
del Mov 5 Stelle che non entra neppure in consiglio, e del candidato
espressione di Rifondazione Comunista che si ferma al risibile 0,4%, è
palese la disfatta del Movimento 5 Stelle anche come lista e di Forza
Italia nella coalizione dei centro destra sotto al 3%.
Sommando i voti delle 3 liste espressione della sinistra radicale e
comunista (partito comunista, potere al popolo e l'altra Emilia)
arriviamo alla misera percentuale, per le liste, dell'1,3%, per un totale di circa 26 mila e 200 mila voti. Se invece guardiamo ai candidati a
Governatore delle 3 liste i risultati sono addirittura inferiori
attestandosi all'1% in percentuale, risultato che induce a riflettere sul fatto che
il voto disgiunto abbia premiato il candidato del centro sinistra ma con
tanti elettori che, per timore della vittoria leghista, hanno virato i
loro consensi verso Bonacini.
Cosa possiamo dedurre da questi dati?
Sicuramente leggerli criticamente e senza timore di trarre deduzioni scomode, poi la
logica del cosiddetto voto utile da sempre premia i candidati
piu' forti, quelli espressione anche dei poteri economici che contano.
Tra i sostenitori
di Bonacini troviamo i settori industriali che contano (magari gli stessi
che ritroviamo nel settore dei servizi e della logistica), resta
innegabile che oltre al cosiddetto voto utile abbia pesato anche il
sostegno di tanti imprenditori, la classe padronale si è comunque divisa, ma non a metà,
tra i due candidati, dovremmo analizzare il voto città per città
per capire quali settori abbiano scelta una fazione o l'altra.
La vittoria di
Bonacini non è comunque schiacciante quanto quella della destra in
Calabria, Bonacini e Borgonzoni sono divisi da 180 mila voti, Il Pd, in
Emilia, aumenta i consensi rispetto alle europee, la Lega arretra
invece di un paio di punti in percentuale. Forza Italia, la sinistra
che va da Rc a Leu, il Mov 5 stelle sono i veri sconfitti con percentuali
irrisorie, ad un passo dalla definitiva scomparsa. E pensare che in
questa Regione i grillini avevano raggiunto risultati analoghi a quelli riportati dalla Lega e dal Pd nelle elezioni del 26 Gennaio.
I risultati nelle
due Regioni avranno ripercussioni sulle future elezioni regionali e
anche sulla legge elettorale valida per le contese nazionali, influenzeranno alleanze e modalità di comunicazione. Scenari in
movimento con il rafforzamento del Partito democratico da una parte,
crisi irreversibile del mov 5 Stelle e a destra la debacle di Forza
Italia (che tiene in Calabria ma perde nettamente in Emilia).
La logica del
voto utile è stata funzionale a questo risultato, chi invocava il voto
disgiunto per mandare qualche consigliere di sinistra nel consiglio
regionale emiliano torna a casa a mani vuote.
Sarà il caso di comprendere la genesi e la finalità del voto utile? E poi utile a chi e a cosa?
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