Le truppe italiane in Iraq? Per Conte sono richieste dalle autorità locali che oggi invece chiedono agli occidentali di lasciare il paese

Da anni non esiste nel nostro paese un movimento contro la guerra. E' evidente che, al contrario di altre nazioni, la subalternità del potere politico ai dettami imperialistici e forte e diffusa contaminando intellettuali e mondo sindacale. Ad esempio il nesso tra inquinamento ed emergenza climatica da una parte e produzione e consumo di armi non viene sufficientemente analizzato. L'utilizzo di tecnologie a fini militari e il loro impiego ad uso "civile" è un altro aspetto ignorato dai piu' come le caratteristiche del capitalismo della sorveglianza con un impatto decisamente negativo sulla democrazia e partecipazione.
I comandi militari Usa hanno chiesto da anni il potenziamento delle basi militari Usa e Nato in territorio italiano, l' ammodernamento delle stesse funzionale agli obiettivi rinnovati del Pentagono e puntualmente le amministrazioni locali hanno operato per soddisfare i desideri americani. E' accaduto in Veneto, in Sicilia e in Toscana indipendentemente dal colore delle coalizioni politiche locali.
Nelle ore scorse il governo iracheno ha chiesto al Parlamento di deliberare contro la presenza di truppe straniere sul territorio nazionale. E' questa la risposta all'escalation militare Usa e a proteste che hanno provocato decine di vittime nel corso di manifestazioni contro la crisi economica, la miseria e appunto la presenza di truppe straniere occidentali.
Dal canto suo il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, rilascia una intervista al quotidiano La Repubblica (pag 2 e 3 dell'edizione di Lunedi' 6 Gennaio) nella quale si dichiara favorevole ad una missione europea per impedire la guerra.
Proprio domani l'Ue avrebbe dovuto essere in Libia per incontri che sono stati revocati perchè inutili a fronte della decisione del Parlamento turco di inviare truppe e armi intervenendo direttamente negli scenari locali per accaparrarsi il controllo dei pozzi petroliferi un tempo "controllati" da Italia e Francia. chi invoca il protagonismo europeo non si accorge che a pochi chilometri dell'Ue  si sta consumando la sconfitta politica del vecchio continente.
Il premier Conte dichiara  che la presenza di militari italiani è vivamente richiesta dalle autorità locali "nel contrasto del terrorismo e della violenza", ma queste dichiarazioni vengono invece smentite dal Governo iracheno (https://www.agi.it/estero/iraq_usa_presenza_militare-6832908/news/2020-01-05/)
Sempre l'Iraq ha chiesto all'Onu di intervenire contro le operazioni militari Usa (e israeliane) sul suo territorio, l'Ue se fosse un'entità politica indipendente dovrebbe assecondare questa richiesta e votarla all'Onu, cosa che ovviamente non farà.
L'Ue cerca di imporre la sua presenza in subordine ai dettami Usa e Nato, lo fa parlando di missioni di pace e contro il terrorismo, peccato che agli occhi dei popoli orientali siano proprio le nazioni occidentali ad essere considerate terroriste, libere di uccidere e di effettuare raid aerei violando la sovranità nazionale di paesi.
Questi i fatti alla luce dei quali urge rilanciare la parola d'ordine fuori l'Italia dalle zone di guerra  perchè l'esercito italiano ha recentemente rinnovato la sua presenza in varie zone calde (https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1161188.pdf?_1562179399911#page=3). Trattasi di oltre 7300 militari impegnati in 45 missioni militari all'estero. Non è demagogia ricordare che questi soldi sono sottratti alla istruzione, alla sanità e al sociale.
Il Governo Italiano evita di parlare dei costi di queste missioni e continua con il costoso piano di ammodernamento del suo complesso militare, il nostro paese è al dodicesimo posto nel mondo per le spese militari che aumentano anno dopo anno per arrivare ben presto al 2% del Pil (come richiesto dalla Nato).
E non dimentichiamo il ruolo nevralgico delle basi militari Usa e Nato nel nostro paese, indispensabili per rifornire di armi e uomini le truppe impiegate negli scenari di guerra. E' di questo che il Governo Italiano si vanta? Motivi di vanto non ce ne sono, ragioni invece per aprire una campagna contro la presenza della Nato e delle basi militari nel nostro paese si', al pari di una campagna finalizzata a riportare a casa le migliaia di soldati impiegati nel mondo.
Iniziamo quindi dall'Iraq, un paese che non vuole piu' truppe militari occidentali dacchè i liberatori si sono dimostrati ben presto occupanti

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