Le nostre piazze contro l'ipocrisia e l'assuefazione alla guerra

25 Gennaio 2020: giornata internazionale contro la guerra, Sgb in piazza al mattino e al pomeriggio insieme ad altre realtà politiche, sociali e sindacali.

La manifestazione a Camp darby è stata volutamente oscurata anche da parte di molti dei partecipanti al corteo pomeridiano, c'è perfino chi non è sceso in piazza e poi la sera lo ritroviamo, con tanto di foto sui social, alla fiaccolata per  Regeni come se la guerra non avesse nulla a che vedere con quel Regime Egiziano che ha nascosto e protetto i mandanti dell'omicidio di Giulio. Poi c'era chi se ne è andato all'assemblea per il Kurdistan come se la guerra non riguardasse il popolo Kurdo a cui da sempre viene negato il diritto di autodeterminazione. Diciamolo con forza e senza peli sulla lingua: le ragioni per unirsi sarebbero maggiori di quelle per dividersi ma sulla guerra e sulla militarizzazione dei territori vige una ipocrisia di fondo di tanti settori sociali e politici, anche della cosiddetta sinistra antagonista.

Sia ben chiaro:ciascuno è libero di operare le scelte che ritiene piu' giuste, basta solo non ergersi a maestri e a critici dei comportamenti altrui. Ci sono anche uomini e donne che hanno attraversato tutte le iniziative della giornata, il mondo è bello perchè vario tanto per usare uno dei pochi luoghi comuni a noi graditi

E' evidente la rimozione della guerra che invece è permanente e sotto i nostri occhi.

Chi oggi si indigna  (a ragione sia ben chiaro) per il Rojava ( o solo per la Siria del Nord come se non esistesse la restante Siria sotto minaccia Isis) ci ricorda quanti si commovevano davanti al passamontagna del Comandante Marcos occultando la realtà messicana e del centro america, un po' come accade oggi con i diritti umani a senso unico, per alcuni paesi scatta la mobilitazione a fianco della società civile (vera o presunta che sia)  ma per altri no, poi se proviamo a studiare (rarità nei nostri tempi) si capisce meglio la ragione di certe posizioni.  O come chi rivendica diritti e poi ignora la permanenza dei decreti sicurezza voluti da Salvini ma ben accetti anche a "sinistra". Poi ci sono anche quanti elevano la repubblica teocratica iraniana a nuovo baluardo dell'antimperialismo, i piu' vecchi si ricorderanno l'errore già commesso da Lotta Continua (giornale) con la Rivoluzione iraniana e Khomeini.

Il dato importante è quello delle piazze contro la guerra, magari con parole d'ordine non sempre chiare, ma di questi tempi non era scontato mobilitarsi.

E la mobilitazione  dovrà riguardare anche il potenziamento delle basi militari Usa e Nato, la resistenza alla militarizzazione, per esigerne anche bonifica visto quanto accaduto in Sardegna, dei nostri territori che continua imperterrita con tutte le complicità politiche degli amministratori locali.

Possibile non capire che queste basi siano una reale minaccia alla pace che molti vogliono, a ragione , difendere?

Se si vuole spengere la guerra, iniziamo a smilitarizzare i nostri territori, ci vorrà  ancora tanto per capirlo e farsene carico?

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