La presa di giro del bonus bebe'

Ci svegliamo nel nuovo anno per scoprire che nulla è cambiato, anzi intravediamo solo segnali di continuità con il recente passato. Parliamo della politica dei bonus, la classica foglia di fico a coprire , mai risolvere, un problema ben piu' grande.

La presenza degli asili nido in Italia è storicamente tra le piu' basse d'Europa, eppure sono le primissime esperienze educative ad influenzare ogni forma di ulteriore apprendimento (è la Commissione Europea a scriverlo nel 2011) facendo da argine, in molti casi, all'abbandono scolastico negli anni della scuola post obbligo.

Ma Il problema è ben altro: disconoscere la funzione educativa degli asili nido considerandoli solo una misura assistenziale o un servizio da monetizzare.

Questa logica perversa ha portato intere aree del Meridione a non investire mai negli asili nido affidandosi a convenzioni con strutture private, per lo piu' religiose.

Nel 2015 i posti  nido disponibili in Italia sono stati circa 23 ogni 100 residenti con meno di 3 anni, la media europea è di 33 posti, fatti due conti approssimativi potremmo dre che un 1 milione e mezzo di bambini under 3 anni solo 350 mila possono accedere a un nido. E la preclusione non scaturisce solo dalla carenza di offerta, dal fatto che da anni non si costruiscono nidi pubblici in molte città ma anche dai costi, in parte a carico dell'utenza, in certi casi elevati e insostenibili.

Il Governo ha cosi' pensato non di investire nella costruzione di nuovi nidi rivendendo la normativa che in teoria dovrebbe incentivare le strutture da zero a sei anni, ci siamo affidati alla solita politica dei bonus da spendere magari nelle strutture private. Non vogliamo dire che quest'ultime siano esperienze negative ma se lo Stato prende atto della sua inadempienza in materia educativa perchè non se fa carico direttamenhte o avvia processi di internalizzazione dei servizi e del personale?

Al contrario arrivano i bonus nido e bonus bebè destinati anche a fasce di età privilegiate, in apparenza un criterio progressivo che tuttavia nasconde ben altre insidie: un reddito inferiore a 35 mila euro Isee percepirà un bonus bebè di 1440 euro, un bonus nido invece di 3000 euro. La domanda da porci è se con questi  e altri soldi lo Stato non avrebbe potuto assicurare un drastico abbattimento dei costi dei nidi e la programmazione di nuove strutture da edificare per il 2020\1. 

e poi leggiamo con attenzione la Legge di Bilancio si vede che anche i redditi elevati (per esempio chi ha un Isee superiore a 40 mila euro) porta a casa  960 euro per i bonus bebè e 1500 per quello degli asili nido, in teoria il Governo si è mosso con il criterio della proporzionalità (i piu' ricchi prendono bonus piu' bassi), in realtà ha operato delle scelte inique finanziando anche chi avrebbe la possibilità di pagarsi autonomamente un posto al nido. 

Ma soprattutto la scelta operata è stata quella di non costruire nuove strutture e di non investire nello 0\6 anni, ecco svelata la contraddizione del Conte bis che persevera con i bonus ma senza investire realmente in servizi educativi e nidi duraturi nel tempo

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