La scuola in salsa Leghista: il caso Pisano
a seguire il Comunicato del Sindacato Generale di Base del Comune di Pisa
Non ci sembra una buona idea quella della Giunta comunale di pensare
alla dismissione delle proprie scuole materne perché la statalizzazione è
un percorso tutt'altro che scontato: si dice che i soldi eventualmente
risparmiati verrebbero utilizzati per i dopo scuola, ma allora perché
non pensare ad attività di quartiere di carattere sociale ed educativo e
centri come SpazioBono vengono inspiegabilmente chiusi? Questo sembra
solo confermare ciò che denunciamo da tempo: l' Amministrazione non ha
una vocazione sociale, nè ha in programma proposte in tal senso.
Inoltre,
come andrà d'accordo questa idea con le proposte didattico-educative
programmate dagli istituti comprensivi e chi gestirà il servizio? E con
quale personale e contenuti saranno portate a termine, dato che esse
sono di competenza degli istituti stessi?
Sarebbe
opportuno capire quali siano i reali bisogni della cittadinanza, in
materia di sociale e educazione: crediamo la giunta conti sia lontana
dal sentire comune della città, come dimostrato dal diffuso malcontento
verso la statalizzazione stessa delle scuole di infanzia.
Nel caso dei
nidi ricordiamo che la giunta ha in mente strutture aperte dieci ore al
giorno, avvalorando la tesi secondo la quale le scuole siano solo
strutture "parcheggio" per i bambini. Molto potremmo invece fare sugli
orari e sul potenziamento del servizio pubblico, basterebbe solo
acquisire una dote rara per la giunta, ossia la capacità di ascolto e
confronto con chi di quelle strutture ne è il primario utilizzatore.
A
questo si aggiunga la notizia , di questi giorni, dell'istituzione dei
doposcuola, fino alle 17.30 in due scuole primarie a tempo
antimeridiano.
Ci domandiamo se tale richiesta sia
arrivata dalla stessa utenza o se sia frutto di un'analisi delle
esigenze del territorio. Infatti tali scuole ( Lorenzini e Oberdan)
appartengono ad Istituti comprensivi che vantano altre eccellenti
scuole primarie limitrofe a tempo pieno e che ,quindi, possono già
offrire un orario prolungato fino alle 16.30.
Se il
Comune volesse andare veramente incontro all'esigenza dei genitori e
offrire un potenziamento dell'offerta formativa, perchè non allungare
l'orario delle scuole a tempo pieno già esistenti, invece di svuotarli a
favore di tale progetto? Sappiamo, come detto più volte dalla stessa
assessore Munno, come il calo demografico sia costante ed è, quindi
ovvio, che se i bambini frequentano una scuola, i numeri per formare le
classi mancano per un'altra e si verranno a perdere delle classi
statali, contribuendo di fatto ad un ridimensionamento delle scuole.
Inoltre
sarebbe stata opportuna un'analisi delle problematiche territoriali e
dell'utenza: è ovvio che nei quartieri di periferia,maggiormente
popolati anche da cittadini stranieri, sarebbe opportuno un
potenziamento dei servizi, che facesse anche da "collante" tra le
diversi componenti dello strato sociale
Alla
luce di tutto ciò, l'assessore dovrebbe chiarire se questa attività di
doposcuola servirà a combattere la marginalità e la dispersione
scolastica e le difficoltà di apprendimento, in che modi e con quale
personale specializzato.
Le ludoteche di quartiere
avrebbero sicuramente bisogno di essere ripensate, come anche i campi
solari, alla luce di nuove finalità educative e sociali , che
rispondessero veramente ai nuovi bisogni della società attuale. Insomma
noi vorremmo comprendere da quale ricerche e valutazioni scaturisca l'
idea di statalizzare le materne e di adottare i doposcuola, assumendo
per altro competenze non comunali ma dello stato
La
risposta a queste domanda è doverosa da mesi, la Giunta si nasconde
dietro a proclami e invettive.ora è arrivato il momento di uscire con
argomentazioni concrete, basate su studi e dati reali, dato che, anche
queste scelte, potrebbero portare alla chiusura futura di alcune classi.
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