Approvata la Risoluzione Onu 2.803 per Gaza promossa da Trump Un testo generico che non affronta le questioni di fondo e legalizza di fatto l’Occupazione
Approvata la Risoluzione Onu 2.803 per Gaza promossa da Trump
Un testo generico che non affronta le questioni di fondo e
legalizza di fatto l’Occupazione
Lunedì 17 novembre il
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato, con 13 voti favorevoli
e l’astensione di Russia e Cina, la Risoluzione n. 2.803 promossa dagli Stati
Uniti e il cui impianto ruota attorno al piano in 20 punti di Donald Trump per
la cosiddetta pace a Gaza.
Dal punto di vista
militare, il testo prevede l’istituzione di una Forza internazionale di
stabilizzazione (ISF) che dovrà farsi carico di proteggere i civili, prendere
il controllo delle armi di Hamas e monitorare l’addestramento di un corpo di
polizia palestinese. Solo a quel punto le forze armate israeliane si dovrebbero
ritirare dal 53% della Striscia che stanno ancora occupando e dal quale non
sembrano particolarmente propensi a smobilitare.
Sotto l’aspetto politico
è prevista la formazione di un Governo di transizione controllato dal “Board of
peace”, il Consiglio di pace, presieduto da Trump, e del quale dovrebbe far
parte anche l’ex premier laburista britannico Tony Blair. Tale esecutivo
transitorio, che dovrebbe essere composto da un comitato tecnocratico palestinese,
sarà incaricato di gestire la sicurezza, la distribuzione degli aiuti umanitari
e la ricostruzione degli edifici e delle infrastrutture.
La Risoluzione ha subito sollevato perplessità in quanto non
predispone un piano dettagliato né per la sua realizzazione né, tantomeno, per
quanto riguarda la prospettiva di uno stato palestinese, che nel testo viene ridimensionato
ad un generico e indefinito nella tempistica “percorso verso
l’autodeterminazione e lo stato palestinese”. Affermazione alquanto vaga che
non offre alcuna garanzia ai palestinesi, nonché ulteriormente subordinata alle
riforme dell’Autorità Nazionale Palestinese e all’esito della ricostruzione.
Come
prevedibile Hamas non ha accettato tale testo e ha dichiarato che “qualsiasi forza internazionale, se
istituita, deve essere dispiegata solo ai confini per separare le forze,
monitorare il cessate il fuoco e deve essere completamente sotto la
supervisione dell’ONU”.
Mentre Il governo
israeliano, vedendo inserite quasi tutte le proprie richieste, l’ha accolto con
favore. Anche la
Commissione europea ha dato il suo appoggio, probabilmente cullando la speranza
di essere esclusa dal “Board of peace” e restare del tutto ai margini del
piano di Trump.
Da vari ambienti sono state
espresse critiche al testo approvato in quanto di fatto legalizzerebbe
l’occupazione dei Territori palestinesi da parte di Israele e metterebbe una
pietra tombale sul principio di autodeterminazione del popolo palestinese.
Francesca Albanese, al Parlamento europeo per una
conferenza, ha affermato che la Risoluzione approvata dall’ONU “non è conforme
al diritto internazionale” che, invece, prevede che “Israele lasci la Striscia,
la Cisgiordania e Gerusalemme Est ai palestinesi, che smantelli le colonie,
ritiri le truppe, smetta di sfruttare le risorse naturali e economiche dei
palestinesi.
Trump come sua consuetudine canta vittoria, vittoria che
tuttavia potrebbe risultare effimera, in quanto la Risoluzione secondo molti
analisti non risolverà la questione dell’Occupazione e le altre di fondo sul
tavolo.
Per i gazawi, pertanto, le uniche certezze restano
una fragile tregua, quotidianamente violata da Israele causando morti, e un
altro inverno di stenti da passare al freddo
nelle tende, senza alcuna prospettiva concreta.
Andrea Vento
21 novembre 2025
Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati
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