Differenze di genere a scuola. Le pari opportunità come integrazione della diversità
Non si vuole fare l’elogio del pensiero della differenza sessuale, (che è comunque un momento alto della partecipazione femminile all’elaborazione culturale) ma sottolineare ancora una volta che la rilevazione della differenza sessuale come positività attribuisce diritto di cittadinanza culturale a tutte le altre differenze (etnica, razziale, culturale appunto, ma anche di età, di salute, di stato sociale eccetera). Ciò sembra importante soprattutto in un momento in cui le differenze etniche e culturali spaccano nazioni e interventi politici, anche da lungo tempo costruiti sull’unione di etnie diverse.
Questi studi non costituiscono un campo di sapere a sé stante, ma rappresentano innanzitutto una modalità di interpretazione. Sono il risultato di un incrocio di metodologie differenti che abbracciano diversi aspetti della vita umana, della produzione delle identità e del rapporto tra individuo e società, individuo e cultura.
Secondo Aristotele è solo il seme maschile “ad essere portatore del principio vitale, mentre l’apparato genitale femminile fornisce il ricettacolo, il contenitore passivo della vita umana. Non c’è dunque da stupirsi se le donne per Aristotele non sono dotate di un’anima razionale” (Braidotti R.). Nel quadro di Jusepe de Ribeira, La Mujer barbuda, la scollatura della donna mostra un petto prosperoso mentre allatta un bambino e di contrasto un’incipiente calvizie.
Da questa immagine traspare la misoginia del maschio che tra invidia e terrore, rispetto al prorompere delle potenzialità del materno, fa trasparire lo stato di bisessualità, la distorsione ambigua dell’androginia e la finzione delatoria del travestimento.
Nell’ambito dell’educazione si annoverano Paesi davvero progrediti nei confronti delle pari opportunità e nell’attenzione al problema dei testi scolastici rispetto alla coerenza nel riportare l’evoluzione dei sessi, e l’affermazione del conflitto di genere nella storia dei tempi. Rispetto a codesta attenzione al genere nelle materie d’insegnamento, l’Italia è in ritardo per cui abbiamo potuto ricavare contenuti dalle esperienze ed evitare gli errori ricadendo in interventi e risultati di efficacia precaria con bieche lamentele e denunce sugli stereotipi sessisti, senza provvedimenti di elaborazione rispetto a progetti innovativi e proposte risolutive per attribuire contenuto, valore, risonanza e visibilità culturale al concetto di differenza, oltre la violenza di genere e la misoginia.
La costruzione dell’identità è evidentemente il compito nucleare dell’adolescenza in quanto fase in cui si ridefinisce un’idea di sé che diventa consapevole e in particolare si ridefinisce e diventa cosciente come idea sessuata di sé. L’adolescenza e l’identità contemporanea si costruiscono tramite sistemi diversi rispetto al passato, in quanto le tappe identitarie si forgiavano attraverso sistemi e gerarchie sociali collettivi e celebrazioni di rito, come per esempio i rituali iniziatici e le fasi di celebrazione collettiva dei passaggi da un ruolo sociale ad un altro, dove i ruoli sia sociali che affettivi in cui ci si inseriva erano molto ben definiti. Mentre l’identità contemporanea si costruisce attraverso percorsi di elaborazione più soggettiva, più individuale che si inserisce in modalità sociali molto meno precise e meno definite. Essere maschio o femmina oggi è qualcosa di molto meno stabilito socialmente di quanto avveniva in passato, così come per quello che riguarda gli altri ruoli, sia sociali, sia affettivi. Quindi si tratta di percorsi più lunghi e costruiti attraverso percorsi soggettivi ed obiettivi di elaborazione individuale o meno, organizzati socialmente e fondamentalmente definiti. L’adolescente attuale deve inserirsi non in percorsi rigidamente organizzati, ma in aspettative di ruolo molto meno chiare rispetto al passato che aumentano il livello di complessità, di flessibilità, con tutti gli aspetti positivi e negativi del caso.
L’identità contemporanea è sicuramente più complessa, più flessibile e lascia spazio maggiore alla libertà individuale, ma quindi anche all’incertezza soggettiva meno contestualizzata in ambiti fondamentalmente rassicuranti. I percorsi maschili e femminili nella costruzione dell’identità non sono gli stessi. Quando si tratta di identità di genere si identifica qualcosa che concerne le aspettative relative all’essere maschio e all’essere femmina, all’interno di un determinato ambito psicosociale.
Quindi non si tratta di un concetto biologico, perché diverso dall’identità e dall’orientamento sessuale. E’ qualcosa che riguarda le aspettative di ruolo relative all’essere maschio o femmina all’interno di una determinata cultura che attualmente deve affrontare la tragedia della violenza e dei femminicidi innescati da un sistema patriarcale e misogino.
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