Conviene veramente la previdenza integrativa?

 E' lecita una domanda ossia sapere chi si muova dietro ai fondi previdenziali? La gestione di alcune operazioni, si dice, è affidata a multinazionali quali Allianz, Axa e Blackrock, se confermata questa notizia il sindacato dovrebbe fornire qualche spiegazione.



Partiamo da questa considerazione elementare perchè negli ultimi anni il numero degli aderenti alla previdenza integrativa è cresciuto soprattutto nel settore privato. Da anni infatti si cerca di dimostrare che investire il TFR in previdenza integrativa sia conveniente, poi se invece guardiamo ai rendimenti effettivi dell'ultimo decennio e li confrontiamo con la rivalutazione del TFR in azienda questa granitica certezza crolla come un mazzo di carte spazzato via dal primo colpo di vento.

E le proveranno di tutte per favorire in misura ancor maggiore la previdenza integrativa accrescendo i contributi della parte datoriale (salvo poi restituire loro le somme sotto forma di sgravi fiscali) o intervenendo con una tassazione agevolata.

Nel frattempo il welfare universale è invece fermo, i servizi vengono contratti e non ampliati, il paese diventa sempre più vecchio, gli anziani hanno bisogno di cure ma allo stesso tempo i giovani necessitano di servizi. La coperta è troppo corta, la flessibilità degli orari, le tipologie precarie del lavoro rendono assai difficile accudire bambini e anziani, i tempi di vita e quelli di lavoro entrano in collisione senza aiuti da parte dello Stato, generoso con le imprese ma sordo e avaro al cospetto dei  cittadini. 

Quanti chiedono un servizio nido con orari diversi da quelli canonici o delle strutture per anziani per le quali si possa pagare in proporzione ai redditi posseduti, si sentono rispondere che abbiamo un welfare troppo generoso con i garantiti e invece estraneo ai bisogni del mondo lavorativo. Urge prendere atto invece della povertà dell'attuale welfare, anzi della sua inadeguatezza.

Le privatizzazioni sono in agguato anche sotto forma di depotenziamento del welfare universale, nel caso di previdenza e sanità integrativa il punto di vista di tanti sindacati è quasi identico a quello dei datori.

Le forme pensionistiche complementari per i più giovani sono state vendute come strumento utile per garantirsi, domani, una pensione dignitosa, ma non si racconta come il sacrificio del TFR a favore della previdenza integrativa sia stata una decisione condivisa dal sindacato, alla fine la si paga noi investendo i soldi del fine rapporto.

Difficile difendere la previdenza universale o il servizio sanitario nazionale se partecipi alla gestione della previdenza integrativa o se invece hai indirizzato gli stessi contratti nazionali a scambiare aumenti con bonus da spendere nella sanità privata. Sui volantini sindacali leggiamo che la previdenza integrativa conviene ai lavoratori, tuttavia se guardiamo il tasso di inflazione e il rendimento del Tfr accantonato, qualche dubbio sorge perchè se il costo della vita aumenta i problemi iniziano a palesarsi.

 Rispetto a 3 o 4 anni fa gli iscritti sono aumentati di quasi il 7 %, le pressioni di parte sindacale sono sempre maggiori tanto da far scambiare il sindacato stesso con una sorta di promotore dei fondi pensione. Prendendo in esame rendimenti e costi  dell'ultimo decennio i risultati della previdenza integrativa non sono così incoraggianti, anzi risulta più conveniente tenersi il Tfr. E' bene saperlo prima che sia troppo tardi.




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