Conferenza stampa itinerante della Cub a tutela dei precari della ricerca e delle lavoratrici dei beni culturali
Conferenza stampa itinerante tra Piazza Duomo e il Rettorato, due luoghi simbolo all'ombra dei quali si manifesta con sempre maggiore forza la precarietà del lavoro e della vita di tanti\e giovani.
In vista dello sciopero generale del 28 Novembre la Cub ha organizzato questo momento di denuncia delle condizioni in cui si trovano le lavoratrici e i lavoratori del comparto cultura pisano in appalto con varie committenze pubbliche (enti locali, stato ....). Contratti part time involontari di poche ore alla settimana, contratti nazionali applicati non attinenti alle attività svolte (ccnl multiservizi e ccnl cooperative sociali), con paghe orarie misere e un domani assegni previdenziali a dir poco irrisori.
Una condizione diffusa tra giovani e meno giovani spesso laureati, con percorsi post universitari, mortificati dentro appalti con poche risorse e senza opportunità di crescita professionale e personale. Questa è la realtà sempre più diffusa nei beni culturali anche all'ombra della Torre Pendente.
La Cub da sempre monitora le condizioni di vita della forza lavoro impegnata nel variegato mondo della cultura e denuncia come ormai, per sopravvivere, sia costretto a ricorrere a due o tre impieghi per arrivare in fondo al mese quando non si ha il supporto della famiglia. Aggiungiamo la problematica inerente l'occupazione femminile, il comparto cultura annovera la presenza maggioritaria di donne impossibilitate ad ambire a una indipendenza economica proprio per la povertà salariale in cui sono costrette a vivere.
Con l'avvicinarsi della giornata contro la violenza delle donne, 25 Novembre, ci sarebbe da chiedersi quanto veramente il Governo sia impegnato a risolvere le problematiche del precariato che colpiscono soprattutto la popolazione femminile impossibilitata a conquistare la indipendenza economica. Aggiungiamo poi il concreto rischio che decine di precari della ricerca da qui ai prossimi mesi siano cacciati dall'università con i loro assegni , le loro borse, i contratti non rinnovati per l'ennesima controriforma dell'università.
Senza ricerca l'università è condannata alla morte, senza risorse l'università pubblica diventa ostaggio dei finanziamenti privati a partire da aziende che vogliono imporre la ricerca a scopo duale, per utilizzarne i risultati in ambito militare.
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