Iniziano a minacciare la libertà di sciopero
La notizia era uscita su alcuni giornali, un emendamento presentato da un senatore di Fratelli d'Italia e dopo 48 ore di polemiche ritirato dallo stesso proponente, il senatore Gelmetti che intanto annuncia " di proporre in futuro un disegno di legge più articolato, sul quale sono certo sarà possibile un confronto più completo".
Se il parlamentare voleva liberare il Governo da una situazione imbarazzante ci è riuscito con il ritiro dell'emendamento ma la presentazione dello stesso è servita a sondare il terreno e gli orientamenti della pubblica opinione, a breve torneranno alla carica con un testo ancor peggiore
Proviamo a capire meglio la questione, se oggi sia facoltativo od obbligatorio comunicare l'adesione ad uno sciopero in maniera preventiva o se invece il problema va inquadrato dentro il progetto sempre verde delle destre di limitare il diritto di sciopero.
A sciopero indetto, nella scuola e nella Pubblica amministrazione, il dirigente può chiedere alla forza lavoro di comunicare la eventuale adesione alla protesta ma la risposta, qualunque essa sia, resta un mero atto di cortesia da parte del lavoratore.
A legittimare questa libertà di scelta interviene anche qualche Sentenza della Magistratura con la condanna di un paio di datori che avevano licenziato dei loro dipendenti per non avere comunicato prima di volere partecipare ad uno sciopero, del resto erano convinti che tra i doveri del dipendente tenuto ai principi di correttezza e buona fede ci fosse anche la preventiva informazione alla azienda in merito allo sciopero.
Non solo oggi esiste la nozione di servizi minimi essenziali da preservare e l'adozione delle fasce in cui garantire i servizi pubblici, una comunicazione preventiva sarebbe un ulteriore tassello da aggiungere al quadro liberticida che mira a delegittimare ogni azione conflittuale della forza lavoro.
L'emendamento alla Legge di Bilancio, con l'obbligo di comunicare preventivamente la partecipazione allo sciopero e con una sorta di adesione irrevocabile sotto forma scritta al datore di lavoro non trova alcuna giustificazione nel diritto del lavoro o nelle norme che pur nel tempo hanno limitato il diritto di sciopero prevedendo prestazioni minime e indispensabili in taluni settori attraverso alcune fasce orarie nelle quali è impossibile scioperare. .
Pensare di avere nomi e cognomi degli scioperanti con giorni di anticipo mira direttamente a pregiudicare la riuscita dello sciopero stesso, a nostro avviso siamo davanti alle classiche prove tecniche di quel pericoloso autoritarismo in un momento storico in cui si rinnovano contratti con erosione del potere di acquisto e senza investire nelle infrastrutture, negli strumenti di lavoro, nel welfare. Se poi pensiamo ai settori in crisi dell'economia, la possibilità che gli scioperi di settore possano esplodere si fa concreta destando preoccupazioni nel governo.
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