Una riforma della Giustizia che lascia fuori i problemi reali

 

In primavera andremo a votare per il referendum sulla giustizia, stando agli ultimi dati relativi alla affluenza elettorale il rischio di non raggiungere il quorum è una ipotesi tutt'altro che remota

Il Governo intanto ostenta sicurezza, sulla separazione delle carriere pensa di riscuotere grande consenso nel paese che in fondo, da qualche anno a questa parte, non  ostenta grande fiducia nell'operato della Magistratura.

Il rischio che corriamo è uno solo ossia che alla fine non si vada alle urne ignorando la posta in gioco e non percependo il disegno complessivo che si cela dietro alla riforma della Giustizia. Ma la responsabilità ricade anche su quanti trasformano la questione giustizia in un argomento lontano mille miglia dai problemi reali, dalla ricerca di giustizia sociale presente nel paese pur con mille contraddizioni.

Se raccontassimo a dei giovani che la separazione delle carriere era parte integrante del Piano di Rinascita Democratica di piduista memoria, molti non saprebbero di cosa stiamo parlando. Eppure quel disegno di stravolgere le regole della democrazia rafforzando l'esecutivo era parte integrante di un progetto complessivo che voleva liquidare la Costituzione antifascista, il proporzionale, eleggere direttamente sindaci e presidenti delle Regioni e della Repubblica. 

La separazione dei poteri dovrebbe essere pilastro dello Stato di diritto e ogni riforma della Giustizia dovrebbe avere non solo ampi consensi ma essere oggetto di discussione nel paese.  I Padri Costituenti pensarono di costruire degli anticorpi affinchè la magistratura non risultasse addomesticabile alle direttive del potere come avvenuto ai tempi del fascismo,  La storia degli ultimi decenni andrebbe conosciuta e letta con attenzione, parlando di depistaggi, servizi segreti deviati e non, delle cosiddette Stragi di Stato, dello strisciante tentativo di golpe che ha attraversato il nostro paese per decenni. Per molti anni la Magistratura ha svolto un ruolo supplementare della politica, è avvenuto in tanti momenti della storia specie quelli più delicati ma non sempre questo ruolo ha prodotto nel paese maggiore libertà, democrazia e partecipazione.

Il sistema penale democratico è rimasto quello del fascismo, le leggi emergenziali dovevano essere provvisorie e sono diventate definitive, il pacchetto sicurezza ha conosciuto varie edizioni tutte rivolte ad una stretta securitaria

Il nostro sistema penale ha conosciuto momenti tragici e di autentica mostruosità giudiziaria  come il caso 7 aprile e l'utilizzo dei pentiti

La discussione in corso ci riporta solo una piccola parte delle questioni, non si parla ad esempio di arginare la deriva securitaria, il panpenalismo, i reati pesantissimi costruiti ad arte nei pacchetti sicurezza, la criminalizzazione dei reati minori fino alla situazione drammatica nella quale vivono i detenuti negli istituti di pena, nei centri per migranti, nei carceri minorili. 

Una riforma della giustizia che esclude in partenza certe questioni non potrà essere credibile affrontando solo una piccola parte dei problemi.

E come noi molti finiranno con il disinteressarsi alla separazione delle carriere pensando che alla fine sia l'ennesima occasione perduta per affrontare tutti i problemi insoluti provano  a rompere la gabbia inquisitoria e securitaria in cui ci hanno rinchiuso da troppi anni


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