Pulizia etnica ai danni dei palestinesi

 

Cisgiordania: Israele intensifica la pulizia etnica ai danni dei palestinesi



Mentre l’attenzione internazionale negli ultimi due anni è stata catalizzata dal genocidio a Gaza, in Cisgiordania il governo israeliano e i coloni ne hanno approfittato per procedere indisturbati nell’implementazione dell’opera di pulizia etnica ai danni dei palestinesi.

A partire dall’ottobre del 2023, infatti, gli attacchi armati contro i civili, le demolizioni di case e gli accaparramenti di terre nella West Bank hanno subito un eccezionale incremento.

Da allora i palestinesi uccisi dalle armi da fuoco dell’esercito e dei coloni risultano circa 1.100, mentre le terre confiscate dalle autorità di occupazione israeliana, tramite ordini dell’esercito per sedicenti “scopi militari e di sicurezza”, ammontano a circa 5.500 ettari e risultano localizzate in prevalenza intorno alle colonie preesistenti, tutte illegali in base al diritto internazionale. A queste terre, si aggiungono altri 2.370 ettari destinati alla costruzione di nuovi alloggi a seguito della continua approvazione di nuove colonie da parte del governo Netanyahu e del riconoscimento di centinaia di avamposti già realizzati dai coloni senza alcuna autorizzazione preventiva da parte delle autorità israeliane.

Negli ultimi mesi le attività legate alla pulizia etnica della Palestina, che stanno creando una massa crescente di nuovi profughi, hanno registrato un’accelerazione senza precedenti.

L’Ocha, l’ufficio della Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, ha reso noto che nel mese di ottobre 2025 sono stati registrati ben 264 attacchi da parte dei coloni israeliani contro i palestinesi in Cisgiordania, la cifra mensile più elevata degli ultimi 20 anni, causando “la morte di civili, danni alle proprietà o entrambi”. Viene, inoltre, riportato che nel solo mese di ottobre gli atti violenti dei coloni hanno provocato lo sfollamento forzato di 3.200 palestinesi dalle loro case, l’uccisione di molti civili a colpi d’arma da fuoco e la distruzione di mezzi di sussistenza. Il mese scorso, un quinto dei civili uccisi, pari a 42 unità, risultano bambini.

Il comunicato informa anche che il numero di attacchi israeliani contro i palestinesi dal 2006 ha raggiunto la cifra di 6.900, dei quali ben il 15% sono stati registrati durante l’anno in corso.

Il portavoce aggiunto del Segretario generale dell’Onu ha specificato che gli attacchi dei coloni generalmente sono rivolti contro alberi, soprattutto ulivi, autovetture, immobili e infrastrutture civili di vario genere, comprese le sorgenti e i pozzi d’acqua.

Mentre Israele, da un lato, consolida l’occupazione militare del 53% della Striscia di Gaza rimasta sotto il suo controllo dopo la fase 1 dell’accordo raggiunto a Sharm el Sheik ad inizio ottobre, dall’altro, procede a pieno ritmo nell’operazione di pulizia etnica della Cisgiordania cercando di accaparrarsi “quanta più terra possibile, col minor numero di palestinesi possibile”, in osservanza dello slogan varato dal movimento sionista ai tempi dell’approvazione della Risoluzione Onu n. 181 nel novembre 1947 e che ha costituito la bussola dell’agire indistintamente di tutti i governi israeliani nei decenni successivi.

 

Andrea Vento e Luisa Franceschi

14 novembre 2025

 

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