La qualità della vita nelle province italiane

Segnaliamo una importante analisi di Italia Oggi  condotta insieme all'Università la Sapienza di Roma sulla qualità della vita nelle principali città italiane https://qualitadellavita.italiaoggi.it/?_gl=1*wcdcjr*_gcl_au*MTU2NDM0NDA3Ny4xNzYzMzY3MTQ



La lettura sarà senza dubbio interessante, i dati mostrano un certo peggioramento della condizione di vita nel nostro paese, sono le prime conseguenze del mancato potenziamento del welfare che non è adeguato ai reali fabbisogni, siamo all'inizio del disimpegno di risorse dallo stato sociale per indirizzarle verso l'economia di guerra. Anche in questo caso la inadeguatezza del welfare non riceve la dovuta attenzione  e se la qualità della vita peggiora in molte regioni qualche segnale dovrebbe essere colto dagli amministratori locali e dal Governo nazionale

 Si vive meglio nelle aree metropolitane ed urbane del Settentrione rispetto al Sud Italia la qualità della vita cresce dove ci sono servizi pubblici, lavoro, ospedali e strutture sanitarie funzionanti,  attività legate al turismo e alla cultura e facoltà universitarie. Potremmo menzionare tra i fattori determinanti per la qualità della vita la cura e la manutenzione del territorio e la presenza di reti ferroviarie e stradali funzionanti.

La qualità della vita? Sarà bassa se il lavoro scarseggia, se la mobilità sociale è ferma, se non ci sono arterie stradali e ferroviarie funzionanti, se le attività culturali non sono adeguate ai reali fabbisogni, se per curarsi devi recarti fuori Regione, se per studiare sei costretto a recarti lontano con tutte le spese che comporta l'essere fuori sede in una città universitaria.

In metà delle province italiane, o poco più, la qualità della vita viene comunque giudicata apprezzabile, poi se guardiamo alla collocazione geografica capiamo che i ritardi del Sud rispetto al Nord sono ormai divenuti cronici, se nascono nuove industrie o piccole aziende ad alto tasso tecnologico le troviamo nel centro nord dove più facili sono i collegamenti, ci saranno vicini distretti industriali, facoltà universitarie, strade ad alta velocità e aeroporti..
 
Le aree che furono industriali stanno da anni investendo anche per ridurre l'impatto ambientale e dove registriamo minore industrializzazione è presente la speculazione edilizia, pulizia e cura del territorio non sono presenti  e ben radicati nella cultura della popolazione e degli stessi amministratori locali. Nel profondo sud dove le dipendenze siano invece molto diffuse insieme ai cosiddetti Neet ossia giovani under 30 senza un lavoro e senza un impegno di studio. Nelle aree del centro Nord le opportunità di riqualificazione sono senza dubbio presenti e diffuse, esistono corsi rivolti a chi abbandona la scuola prima di conseguire il diploma, alla fine le cosiddette competenze risultano decisamente maggiori, si tratta di rafforzare e ampliare queste esperienze evitando che gli enti locali si disimpegnino su questo fronte formativo.
 
Un percorso ad ostacoli con forti motivi di preoccupazione rispetto ad un paese nel quale le crescenti disuguaglianze interne alla fine determinino anche un certo caos nelle scelte strategiche da intraprendere a tutela dell'interesse collettivo. Ma anche una nazione nella quale le differenze interne sono sempre più marcate, oltre alla Europa a più velocità dovremmo parlare anche di una Italia nella quale convivono situazioni assai diversificate tra di loro con molteplici livelli retributivi e di ricchezza e macroscopici disparità, la ricerca sulla qualità della vita nelle nostre province è emblematica della crisi che attanaglia quasi metà del paese.
 

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