Contratti a misura d'azienda. Verso Industria 4.0 e le tecnologie al servizio dello sfruttamento

I cambiamenti nel mondo del lavoro saranno rilevanti e proprio nei giorni scorsi abbiamo spiegato nel dettaglio il programma dei padroni. Passano i giorni e le notizie confermano la bontà di quella analisi, tanto è vero che oggi si inizia a parlare di contratti flessibili, la riedizione di una sorta di gabbie salariali, di un circolo virtuoso della buona produttività che scaturirebbe dallo stravolgimento dei contratti e annullando le poche  e residue tutele. 

 Ci raccontano del contratto nazionale come strumento pesante, inutile e invasivo, ormai non bastano piu' le deroghe aziendali si mira ormai a distruggere cio' che resta del contratto nazionale. Del resto è stato proprio il contratto che un tempo era il faro per gli altri comparti, parliamo dei meccanici, a spianare la strada a questa debacle, la dimensione aziendale deve diventare preponderante perchè si pieghi alle esigenze delle imprese e possa subire interpretazioni di comodo. Anzi, il contratto di secondo livello diventa funzionale al raggiungimento degli obiettivi aziendali favorendo il lavoro agile, per distribuire i risultati attraverso incrementi retributivi o benefit flessibili come non mai, queste sono le relazioni industriali gradite ai padroni. 
Da qui il salario contrattuale derogabile , una soglia minima ma ampi margini discrezionali per i padroni , gabbie salariali, quindi salari piu' bassi , nei territori in crisi o con piu' disoccupati, aiuti dello stato attraverso una tassazione di comodo. Proposte che ricordano il governo Berlusconi di una decina di anni fa, la detassazione dei salari di prossimità , una grande e incontrollata flessibilità  negoziata per modo di dire, con il beneplacito del sindacato disposto a cedere praticamente su tutto

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