Le richieste dei padroni al Governo e alla Pubblica amministrazione

Quando si parla di riforme in arrivo c'è sempre qualche sopresa negativa. Fin dai primi giorni dell'anno, i padroni, dalle pagine del loro giornale, dettano le linee e i contenuti della prossima campagna elettorale, sono loro a ricordare ai partiti che la salvaguardia delle politiche di austerità e i precetti liberisti rappresentano un faro nella contesa invernale, una sorta di confine invalicabile.

Diamo per scontato che ciascuna coalizione farà a gara per promettere mari e monti, magari anche un reddito minimo sulle ceneri di quanto resta del vecchio stato sociale . Ma partiamo da quelle che i padroni giudicano reali priorità dell'economia , per esempio sottoscrivere contratti dentro la logica dello scambio tra aumenti economici e il sistema dei bonus, semplificando (altra parola magica) il sistema di leggi oggi viegente a partire dalla Pubblica amministrazione.

Stanno in sanità, negli appalti degli enti locali e dei ministeri i soldi, su questi soldi si stanno scatenando le voracità di tanti per guadagnarsi una fetta delle privatizzazioni o piu' in generale puntare all'outsorcing


Tra gli obiettivi dei padroni c'è un fisco piu' leggero, pratiche fiscali semplificate con un sistema di controlli assai ridimensionato, la riscrittura, l'ennesima, del codice degli appalti perchè le regole odierne sono giudicate troppo invasive (e in parte lo sono perchè non sempre la burocrazia è sinonimo di controllo pubblico e di intervento per scongiurare fenomeni corruttivi come insegna il caso Consip)

Ridurre allora il numero delle stazioni appaltanti e spostare maggiori oneri sugli uffici pubblici e sulle contrali appaltanti è una proposta che stride con le difficoltà della Pa, con gli organici risicati e con un sistema di controlli che i padroni vorrebbero allentare.

Non esiste un pubblico buono in antetisi al privato cattivo, siamo piuttosto davanti ad alcune richieste che mettono in luce le contraddizioni di un sistema economico che dentro le logiche di austerità deve superare ostacoli spesso insormontabili.

E questi ostacoli rischiano di tramutarsi in maggiori oneri per gli uffici pubblici e in un sistema di appalti costruiti a uso e consumo degli appetiti privati

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