Scuola: un contratto da ultimi...

Scuola: Un contratto da ultimi professori

Tiziano Tussi


Facciamo due conti. Se sommiamo i 500 € dati per acquisti vari più il bonus che arriva alle scuole, diciamo mediamente 20.000 € per una scuola di circa 100 insegnanti - andiamo un po' a spanne, ma non tanto - escono altri 200€ a pioggia per ognuno. Fa già 700 all'anno. Il che vuol dire circa 60 euro al mese. Se poi ci aggiungiamo le miserie che il ministero dice di avere trovato per il comparto scuola, almeno arriviamo a 100/150 euro al mese. Certo la ricostruzione è un po' fantasiosa ma non più inventiva di quello che il nuovo contratto della scuola - finalmente, dopo circa dieci anni dallo scorso - sta profilando.

Una definizione economica che sembra sarà di una decina di euro per la prima trance, per le posizioni più basse, è veramente un insulto. L'ulteriore. E non sono sufficienti le motivazioni date dal ministro per spiegare tale miseria. Da qualsiasi parte lo si prenda questa finalmente rinnovata firma contrattuale della scuola, in contemporanea con l'uscita di un romanzo dall'esplicativo titolo de L'ultimo professore (Domenico Ventriglia, ilmiolibro self publishing, 2017) è veramente mortifera. La scuola già non interessa più a nessuno, né a chi la dirige - il potere governativo -, né a chi la subisce - insegnanti e studenti.

Così, dopo la tornata di saldi, prendi cinque paghi quattro - la diminuzione di un anno di frequenza alle superiori, per ora solo per 100 scuole, in via di apertura a tutto il resto dell'ordinamento scolastico per i prossimi anni -, si arriverà alla scomparsa definitiva, fisica, dell'istituzione. Perché non metter tutto in rete e fare svolgere gli esami finali, se mai dovranno ancora esserci, con risposte random (omaggio alla lingua universale), che già presuppongono le risposte senza un ordine preciso, quali i corsi on line per acquisire crediti e mantenere la tessera di giornalista.

Evagatio: anche per la tessera di giornalista occorre, ogni triennio, acquisire crediti "scolastici" frequentando, in vario modo, corsi di vario contenuto. Ve li vedete voi De Bortoli o Feltri frequentare i corsi o la rete per acquisire i crediti per mantenere la tessera di giornalista? Ma altro dobbiamo dire.

Domande e risposte scolastiche possono essere così ben instradate che sarà solo una questione di competenze, senza conoscenze - così come oggi tanto piace alle teste d'uovo del ministero della Pubblica istruzione dire -, probabilità quindi a determinare il successo o il fallimento - per carità, riprovabile - di ogni risposta. Tanto i giovani, ma non solo loro, hanno già introiettato, anche fisicamente, e soprattutto psicologicamente, la dipendenza dalla droga di stato - cellulare, smartphone e similari.

Non gli parrà vero di usare gli stessi oggetti di culto, che già usano, senza andare in quegli edifici così brutti, a volte ci piove dentro o cadono i soffitti, dove ci sono appunti gli ultimi professori che cercano di parlare loro di Socrate, equazioni, cellule del corpo, atomi, Pirandello, ecc. ecc..

Si potrebbe anche inventare, da parte del ministero, dove troviamo ministri senza laurea, insegnanti senza titoli deputati, maestri senza allievi ed allievi senza maestri, video giochi didattici con studenti che armati di spade jedi fanno a pezzi gli errori proposti dalle materie, raccolte in un fascio di luce avversa, che si dimostrano tali quando si accende una luce rossa e invece da inanellare sulla spada quando le risposte giuste, luce verde, appare. A che serve la cultura, basta il colpo d'occhio! In fondo il cane di Pavlov era già un'anticipazione di questo progetto didattico e per carità, ricordiamocelo, solo per competenze.

Si risparmierebbe così sugli stipendi, pochi ingegneri informatici, naturalmente assunti con stage, e non rinnovabili troppe volte, che potrebbero seguire la parte tecnica-informatica. Basta, con libri e voti e valutazioni; basta con lezioni frontali; basta con la scuola vecchia maniera, ma poi non chiamiamola neppure più scuola. Sarebbe un percorso per competenze per arrivare…già per arrivare dove?

PS

In ogni modo questo rinnovo di contratto per la scuola fa schifo. Ecco il succo finale del discorso fatto sin qui.

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