Il ministro del Daspo urbano a Pisa....

Ministro Minniti in visita a Pisa: una presenza non gradita. Comunicato stampa sindacato generale di base e redazione pisana di Lotta continua
La presenza in città del ministro dell'interno Marco Minniti è anche occasione per entrare nel merito degli ultimi provvedimenti securitari intrapresi dal Governo e dall'amministrazione Filippeschi.
Nell'epoca della crisi di rappresentanza politica,la ricerca del consenso molto spesso avviene attraverso la paura, in particolare la paura verso la microcriminalità di strada e verso il degrado che è, non scordiamolo, umano prima che visivo. Altre paure non sono prese in minima considerazione, dalla assenza di lavoro alla precarietà occupazionale che ormai riguarda le nostre stesse esistenze, dai problemi dell'abitare alla crisi sociale con interminabili liste di attesa per prestazioni sanitarie. Infine la contrazione dei servizi sociali, paradossalmente, va a colpire proprio quelle fasce più svantaggiate che si vogliono poi occultare e reprimere con le politiche securitarie, che in realtà non sono tanto mirate alla sicurezza, quanto all'immagine. Nessuno è contrario a lavorare correttamente a obiettivi di contenimento della micro-criminalità, ma le iniziative messe in atto finora sono palesemente ad uso e consumo della propaganda politica di chi ci governa.
Con la introduzione del daspo urbano, Pisa non è una città più sicura: tentare di allontanare dal salotto della città gli indigenti è come mettere la polvere sotto il tappeto.  La sicurezza ha accezione molto più ampia: va infatti declinata anche in ambito sociale, salariale, economico. Sono troppi gli esclusi, i senza casa, i senza lavoro e invece di affrontare i problemi sociali si tende a criminalizzare gli emarginati.
Siamo in assenza di un'analisi della situazione socio-economica che produce condizioni di disagio o condotte considerate indecorose, come quelle dei senza tetto o della piccola delinquenza dettata dalla povertà.
Queste soggettività vengono  addirittura oggettificate: non sono più persone ma elementi di sporcizia. L'approccio utilizzato per affrontare il problema è di tipo securitario e per questo va a colpire solo gli ultimi anelli della catena sociale, spesso tali perché vittime dello sfruttamento.

Il respingimento e la rimozione di queste persone è previsto in luoghi interessati da flussi turistici ed economici. Ed è qui il problema, non si vogliono affrontare e tantomeno risolvere i problemi sociali ed economici che hanno determinato il degrado ma si vogliono solo preservare i centri storici ad uso della speculazione, della rendita e della monocultura turistica.
Il Ministro Minniti è l'emblema di queste politiche come del resto il sindaco Filippeschi e quei sindaci del Pd che ormai inseguono i sindaci sceriffi della destra di anni fa. Sono loro ad avere deviato l'attenzione verso fantomatici nemici delle città, in realtà solo persone deboli, quando chi specula, chi mura interi palazzi per non affittarli o farli occupare, chi licenzia o delocalizza viene trattato con i guanti bianchi dalle istituzioni.

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