Distruzione del welfare e miseria crescente:sono questi i primi risultati della Presidenza Trump


Piu' che Dickens sarebbe il caso di menzionare Steinbec o Mike Davis nel descrivere la situazione sociale negli Usa dei prossimi anni, con l'aumento dei poveri, dei senza casa, di quanti non potranno pagarsi la pensione o perfino le cure sanitarie. Sono decine di migliaia gli americani che hanno perduto la casa dopo la crisi del 2008 , costretti\e a vivere in roulottes o alloggi di fortuna, a dividere le spese per una stanza condivisa con sconosciuti solo per ammortizzare le spese. Ma sono in crescita anche gli homeless e i programmi sociali destinati ai vecchi e nuovi poveri verranno tagliati, anzi taglieggiati, dalla presidenza Trump per accrescere la ricchezza degli speculatori, dei bancarottieri di Wall Street,dei grandi capitalisti.
Non è una visione acritica e apocalittica degli Usa, la possibilità di tornare in carcere, come nel XIX secolo, per debiti  non è una ipotesi remota, perfino gli interventi legislativi del presidente Obama vengono oggi dipinti come una sorta di retaggio culturale socialista. Insomma la massima è sempre la stessa, quella dei neoliberisti forti con i deboli e accondiscendenti con i potenti, la legge deve valere soprattutto con i soggetti a rischio, quelli economicamente e socialmente fragili, per loro la galera è pur sempre una soluzione da preferire ai servizi per la comunità . E cosi' non sarà una eccezione leggere di un cittadino incarcerato per mesi per non avere pagato delle multe per divieto di sosta o per non avere pagato le tasse per la spazzatura o le rate del condominio. Non esageriamo, esempi analoghi possiamo leggerli sulla stampa americana e perfino su Il sole 24 ore che non lesina qualche preoccupazione (ed è tutto dire).
 
Per Trump il sistema welfare creato da Obama è un lusso insostenibile, quei miliardi servono per far pagare meno tasse al 10% della popolazione piu' ricca. Ma soprattutto dietro alla ricetta liberista ci sta la cultura della repressione degli ultimi, investire nel sociale diventa un lusso insostenibile ma soprattutto un inutile spreco di denaro.
Se in Italia la mobilità sociale è ferma da anni, negli Usa non si è mai mossa , i poveri sono quasi 41 milioni, ossia quasi il 13% della popolazione e tra di loro molti sono i minorenni e gli afroamericani. Ma ci sono anche milioni di americani (piu' o meno 3 milioni) che pur avendo un lavoro nn riescono ad elevarsi da una condizione di vita misera.
Liberismo e moralismo vanno di pari passo, se in Italia si parlava di mettere in fondo alle liste dei trapiantati chi avesse fatto uso di droghe o di alcool, negli Usa per avere un sussidio bisognerà avere dei requisiti , non consumare droga e avere un lavoro, peccaro che la disoccupazione e l'utilizzo delle sostanze siano parte integrante del modus vivendi degli ultimi. Sicuramente il figlio cocainomane di una famiglia ricca avrà strumenti e occasioni per non essere catalalogato come tossico, le stesse opportunità non saranno presentate all'afroamericano che vive nei sobborghi o allo statunitense bianco dei quartieri che un tempo ospitavano l'industria e ora sono dominati dalla droga, dalla miseria e indigenza.
Mentre si tagliano programmi sociali si va verso l'approvazione, anzi il consolidamento, degli sgravi fiscali per i redditi massimi, questi soldi mancheranno alle casse statali e da qui la necessità di risparmiare proprio sulle spese sociali e sanitarie dando il via a una lunga e dolorosa stagione di controriforme.
Non mancheranno perfino i tagli ai sussidi di invalidità, la riforma di Trump non è la riforma della welfare ma sua distruzione, anzi la cancellazione di quel pallidissimo stato sociale costruito dall'amministrazione Obama . Un po' come accade in Italia, dove il programma economico e sociale della democrazia cristiana, oggi, a confronto con quello del Pd sembrerebbe frutto di istanze rivoluzionarie.
Come dire, al peggio non c'è mai fine.

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