Le richieste dei meccanici tedeschi fanno paura ai padroni

A leggere le richieste dei sindacati tedeschi per il rinnovo del contratto dei meccanici viene da pensare alle ridicole istanze della Fiom , a quel sindacato che ha accettato poco piu' di un anno fa lo scambio tra aumenti contrattuali e bonus , accogliendo come successo aumenti ridicoli di gran lunga inferiori al costo della vita, a solo vantaggio della sanità e della previdenza integrativa.
Il tribuno Landini doveva essere il punto di riferimento per una coalizione sociale avanzata, nel giro di pochi anni si è omologato alle posizioni della Camusso e del Governo.
Ma al di là della squallida involuzione di un tribuno che per alcuni anni lasciava intendere di essere pronto a guidare una coalizione sociale, sindacale e politica conflittuale (almeno a parole), a leggere le rivendicazioni dei meccanici tedeschi viene da pensare alla arretratezza e alla subalternità del sindacato italiano.
L'economia tedesca cresce e i metalmeccanici tedeschi chiedono aumenti salariali del 6 per cento, la riduzione dell’orario di lavoro  fino a  due anni per esigenze familiari. Aumenti reali, riduzione dei carichi di lavoro e dell'orario settimanale, non chiedono il potere ma sono in linea con le rivendicazioni storiche della social democrazia e sono disposti a scioperare per raggiungere questi obiettivi. Non è che i sindacati  tedeschi siano immuni da colpe, per anni hanno accettato le riforme del mercato del lavoro, hanno proposto la riduzione dei salari in difesa dell'occupazione ma a fronte di una economia in crescita, all'aumento del Pil, delle esportazioni e della produzione industriale hanno deciso di avanzare alcune richieste forti, a rivendicare il diritto di ridurre l'orario per prendersi cura dei figli o dei genitori anziani, di potere scegliere volontariamente un part time senza subire il ricatto padronale che fa tutto il possibile per impedire il ritorno al tempo pieno.
I sindacati tedeschi sono parte integrante del capitalismo renano, non sono sindacati di classe o conflittuali ma perseguono con forza alcuni obiettivi al contrario di quelli italiani ormai complici, e senza dignità alcuna, delle politiche di austerità . Non sappiamo fino a che punto si spingeranno i meccanici tedeschi ma le loro istanze segnano una rottura importante e un esempio da seguire visto che in Italia ci si accontenta di irrisori aumenti barattandoli con la riduzione di tutele collettive e dello stesso potere di contrattazione. Meglio allora la socialdemocrazia tedesca dei servili sindacati italiani, meglio le rivendicazioni forti dei comizi televisivi di qualche tribuno che poi ai tavoli delle trattative firma accordi al ribasso .

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