L' uso padronale dell'ecologia e della innovazione

Quando l'ecologia serve solo ai padroni
Quando ci parlano di  sfide epocali arriva, presto piu' che tardi, l'inganno.
decentramento contrattuale, fondi al digitale, libera concorrenza nei servizi destinati al pubblico,banda larga e produzione di energia in loco ricorrendo anche a fonti alternative.
Piu' o meno è cio' che hanno raccontato su Il sole 24 ore un ministro e un sindacalista, accomunati da una visione liberista temperata che prevede lo smantellamento del sistema contrattuale ad oggi conosciuto.
La questione ecologica sta diventano dirimente anche per il capitale tanto è vero che un Premio Nobel dell'economia ha scritto che dobbiamo accettare la sfida della energia alternativa per ridurre l'impatto ambientale e i danni che rischiano di essere sempre piu' fuori dal controllo umano.  E per supportare questa tesi, sono arrivati i numeri degli occupati in Usa e i brevetti , sempre Usa, che determinano nel settore anni di supremazia e di innegabili profitti.
Un'anima del capitalismo è verde e non perchè abbia a cuore la sorte degli umani, se cosi' fosse investirebbe dove la fame, la miseria è a livelli estremi.
Non  a caso , alleata dell'anima verde capitalistica  è anche la chiesa cattolica e il Papa che ha scritto contro il degrado ecologico
E' quindi in corso un conflitto intestino tra le varie anime del capitalismo italiano, tra chi vorrebbe investire tutto in nuove tecnologie e magari si presenta come ambientalista disinteressandosi in toto alle dimensioni sociali determinate dalla chiusura di fabbriche e la perdita di migliaia di posti di lavoro, e chi invece prova una mediazione con l'attivo sostegno del sindacato.
 I processi di ristrutturazione sono inevitabili? Parrebbe di si, basta solo trovare un compromesso tra chi predica innovazioni senza preoccuparsi dei costi sociali e quanti invece guardano alla conservazione del potere politico che necessita di compromessi e di tempi piu' lunghi nei quali la distruzione del welfare e delle dinamiche salariali avrà un ruolo determinante.
Sono quindi in gioco, i programmi scolastici, universitari, la spesa sociale e sanitaria, le dinamiche contrattuali, la lotta è tra chi vorrebbe cancellare tutto e in fretta e quanti invece vogliono farlo in tempi piu' lenti e con il consenso sociale addomesticato .
Intanto crescono le disparità economiche ed è praticamente ferma la mobilità sociale, non ci sono soldi per mandare i figli all'università quando sei in cassa integrazione o hai una famiglia monoreddito.I laureati italiani sono troppo pochi (sarà anche colpa dei numeri chiusi alimentati dalle baronie?) con tasso di occupazione del 78,7%, per chi si è fermato alla scuola dell'obbligo il tasso di occupazione è del 43%, addirittura al 29% , nel caso delle donne. Con questi dati come possiamo parlare di competività del sistema Italia?
 L'istruzione di classe è parente stretta della miseria, dell'ignoranza, della rassegnazione e della disoccupazione, le stesse statistiche lo dimostrano. con una concentrazione nel mezzogiorno.
E' evidente che lo scontro si gioca anche un altro livello, ossia su quello comunitario. L'attuale Ue non funziona, ci sono direttive sul commercio che dovranno essere riviste anche in base ai processi di ristrutturazione capitalistica.
Ma in questo scontro, risparmiamoci luoghi comuni, le teorizzazioni sulla industria socio sostenibile che scaturirebbe dall'avvento del digitale perchè Amazon è l'esatto contrario di quanto preconizzato decenni fa da Olivetti. Impariamo allora a distinguere bene gli attori in gioco, impariamo a  riconoscere che dietro un ecologista o il paladino delle nuove tecnologie e della formazione permanente si puo' nascondere un liberista cosi' come  uno sfruttatore puo' nascondersi dietro alla esaltazione di  nuovi modelli contrattuali ed industriali.
 La tecnologia neutra non esiste, è solo al servizio del capitale

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