Fondo delle risorse decentrate: la semplificazione porterà dei tagli?

La composizione del fondo delle risorse decentrate in un Ente locale non è cosa semplice e alla portata di tutti\e, tanto è vero che sulla composizione indebita e su cifre indebitamente erogate si sono scatenati pareri e sentenze della Magistratura contabile. Un meccanismo, quello di composizione del fondo, volutamente macchinoso e che fa riferimento a innumerevoli contratti che mai sono stati riuniti in un unico testo.

Ora, il Dlgs 75/2017 ha dato alla contrattazione nazionale il compito di semplificare le procedure per costruire il fondo delle risorse decentrate, quindi, in teoria, dovrebbe essere solo questione di tempo per avere i primi risultati ma in realtà nutriamo seri dubbi che cio’ accada.

E qualora accadesse, si rischia che il riunire “le risorse stabili in un'unica voce”  determini perdite salariali. Del resto quali sono le risorse aventi le caratteristiche di «certezza, stabilità e continuità» per determinare la parte fissa del salario, quella ricorrente per capirci?

Facciamo un esempio concreto: i soldi destinati a nuovi servizi o a processi di riorganizzazione come li consideriamo? Come risorse non stabili ma variabili, la risposta crediamo sia del tutto ovvia?

Ma se invece si tratta del mantenimento di servizi e del consolidamento di processi riorganizzativi, a qualche scrupoloso ufficio personale non verrà in mente di considerare queste cifre come parte variabile e quindi non rinnovarle magari già a partire dall’anno successivo?

 E per restare sul pratico,  quando una amministrazione ha aumentato il suo fondo per nuovi servizi, riorganizzazione o mantenimento degli stessi, lo ha fatto nella parte variabile ? E negli anni successivi questo incremento è stato considerato come voce fissa e ricorrente?

Quali saranno allora le voci aventi certezza e stabilità? Non accadrà che molte voci stabili siano portate nella parte variabile giusto per decrementare l’importo del fondo negli anni successivi?

Sarà dunque il caso di prestare molta attenzione perché semplificare nel linguaggio del Governo significa spesso cancellare salario e diritti.

Commenti