Finanziamento del rinnovo contrattuale a rischio negli enti locali?

Lo avevamo già scritto che le risorse per rinnovare il contratto nazionale degli enti locali rischiavano di essere in contraddizione con la stabilizzazione dei pochi precari e delle assunzioni improrogabili per continuare a gestire ed erogare i servizi al cittadino.

Non  a caso sono proprio gli enti locali il comparto dove ci sarebbero meno precari in possesso dei fatidici 3 anni negli ultimo 8, requisito necessario per la stabilizzazione.

Le trattative ripartiranno a breve e gli enti locali devono inserire nel loro bilancio le risorse necessarie anche se non si sa ancora quali saranno  gli aumenti  per ciascuna categoria e posizione economica. Facciamo un esempio: se un comune ha 50 dipendenti in fascia b , 20 in fascia c e 10 in d non avrà la stessa spesa di un ente con i medesimi organici ma cosi' suddivisi: 20 in b, 45 in c e 15 in d.
E poi di tutti i fondi promessi dallo Stato agli enti locali ne sono arrivati ben pochi.

Il partito democratico, prima con il Governo Renzi e poi con Gentiloni, ha operato scientemente per disarticolare l'ente locale scaricandole addosso sempre maggiori incombenze,  in cambio delle quali non sono arrivate risorse economiche aggiuntive, anzi i mancati introiti dell'Ici non sono mai stati compensati .

Gli enti locali dovranno muoversi in base a quanto scritto  nel Dpcm 27 febbraio 2017 e nella legge di stabilità 2018 , poi dovranno attivare i già oberati uffici per il calcolo degli aumenti sul monte salari 2015 (al netto della indennità di vacanza contrattuale e maggiorato di oneri riflessi).

Ricordiamo quali saranno allora gli incrementi dopo 8 anni di blocco contrattuale, aumenti che non compensano neppure in parte il potere di acquisto perduto

• 0,36% per il 2016;
• 1,09% per il 2017;
• 3,48% dal 2018.

Gli importi non corrispondono alla cifra che percepiranno in busta paga i\le dipendenti  ma la spesa lorda a carico dei bilanci locali, oneri riflessi inclusi.

 C'è da dire che per il 2016\7, gli enti dovrebbero già avere accantonato i fondi per gli aumenti contrattuali, una sorta di avanzo con cui finanziare gli aumenti contrattuali e per chi non lo avesse fatto c'è sempre la possibilità di accantonare la somma con il rendiconto 2017.

 Ma al di là dei calcoli e delle regole contabili, la domanda da porsi è un 'altra: gli enti quanto impiegheranno per pagare gli arretrati una volta sottoscritto l'accordo e dopo il via libera della Magistratura Contabile?

 E il personale degli enti locali accoglierà un contratto economicamente svantaggioso se confrontato con quanto perso negli ultimi anni?

 E i Sindaci che ogni anno piangono per i mancati finanziamenti dal Governo perchè ogni volta sottoscrivono la legge di stabilità rivendicando i positivi risultati raggiunti per gli enti locali?

 Non sono domande da poco perchè gli incrementi contrattuali saranno a regime dal 2018, quindi la cifra sarà ripetuta per i prossimi anni e rappresenterà una spesa ricorrente.

 E' quindi legittima la domanda: questi aumenti, per quanto irrisori, a fronte degli scarsi finanziamenti statali, incideranno sui servizi erogati al cittadino? Saranno sufficienti le entrate correnti  e ricorrenti con cui finanziare queste cifre visto che hanno messo in Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio che poi resta la principale causa della paralisi degli enti locali?

ps
merita attenzione la pur tardiva presa di posizione dell'anci
 http://www.anci.it/index.cfm?layout=dettaglio&IdSez=821212&IdDett=62900

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