Davanti a Confindustria di Pisa contro la repressione nei luoghi di lavoro e il Testo unico sulla rappresentanza sindacale

A seguire il comunicato di Sgb. Domani Sgb sarà presente al presidio indetto davanti a Confindustria di Pisa a sostegno di Massimo Cappellini, delegato Fiom colpito da procedimenti disciplinari in Piaggio

La persecuzione di Piaggio nei confronti di Massimo Cappellini non è un caso isolato, episodi analoghi si verificano in tante altre fabbriche e luoghi di lavoro, i padroni per colpire i lavoratori, e le lavoratrici, più combattivi, per fiaccare la resistenza dei lavoratori alle politiche di austerità e dei bassi salari.

Con questa consapevolezza, con l'unità e la solidarietà possiamo resistere al padrone, si può essere divisi su tante cose ma sulla repressione e sulle minacce di licenziamento bisogna fare assolutamente blocco comune.

  Non  ci meraviglia il silenzio sulla vicenda  di Massimo da parte dei sindacati complici, del resto cosa possiamo aspettarci da quanti si recano a una trattativa con Piaggio senza chiedere preventivamente all'azienda di ritirare i provvedimenti disciplinari?

D'altronde essi fanno parte integrante di queste prove di regime, e non possiamo ignorare che Cgil Cisl Uil, Confindustria, assieme al governo hanno appena firmato, in cambio di una nuova politica concertativa, un accordo tecnico per la piena applicazione del famigerato accordo sulla rappresentanza sindacale del 10 Gennaio 2014.

Questo accordo riconosce a Cgil Cisl Uil il monopolio della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro ma li obbliga a non indire scioperi e conflitto, prevedendo anche sanzioni per tutti coloro che contrastano gli accordi da loro siglati.

Come si vede un vero e proprio accordo di regime che prevede addirittura che sempre Cgil Cisl Uil siano i controllori del numero degli iscritti degli altri sindacati, un po' come se durante le elezioni politiche i voti dei vari seggi elettorali di tutti i partiti concorrenti, venissero comunicati solo al M5S e al P.D per certificare chi ha vinto e chi ha perso.

Siamo certi che se avvenisse qualcosa del genere in molti, se non tutti, urlerebbero che siamo il ritornati al Fascismo, se invece in ambito sindacale la democrazia viene calpestati tutti zitti e buoni.

I provvedimenti disciplinari reiterati nel tempo contro Massimo Cappellini non sono un fatto isolato ma da inquadrare nel contesto della repressione nei luoghi di lavoro e della contrazione degli spazi di democrazia e libertà nella società , l'obiettivo ormai è uno solo: scongiurare sul nascere ogni conflitto e resistenza alle politiche di austerità e di ulteriore sfruttamento della forza lavoro. E per fiaccare ogni resistenza provvedimenti disciplinari e repressione sono le armi migliori

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