I cambiamenti nel mondo del lavoro e le certezze di paglia del sindacato; il caso del Pubblico impiego


In occasione del congresso della Cub Pubblico impiego, un breve intervento dai delegati Sgb del Comune di Pisa

Sono trascorsi 18 anni dalla approvazione della lagge 165 che disciplina il lavoro nella Pubblica amministrazione, anni nei quali sono arrivate altre normative (dalla Brunetta alla Madia) che hanno distrutto il potere di contrattazione sindacale.
A colpi di decreti leggi e finanziarie hanno perfino bloccato il turn over, l'ammontare del buono pasto fermo a una cifra, pari a 7 euro, inadeguata a sostenere il costo del pranzo, bloccato per anni ogni incremento del fondo della produttività con innumerevoli lacci e lacciuoli alla contrattazione decentrata.
Una fotografia aggiornata del pubblico impiego manca da anni, dovrebbe essere la priorità del sindacalismo di base che invece sembra avere smarrito lo smalto dei giorni migliori.
Il lavoratore pubblico è cambiato insieme alla pubblica amministrazione, numerose figure esecutive un tempo esistenti oggi non operano piu' nei servizi a gestione diretta ma alle dipendenze di cooperative e ditte nei servizi un tempo comunali e oggi esternalizzati.
Una importante intuizione di 20 anni fa porto' il sindacato di base a sostenere la necessità di guardare non solo ai lavoratori pubblici ma intervenire direttamente negli appalti, nelle società partecipate, rivendicare ad uguale lavoro il medesimo salario, contenuti dei capitolati all'insegna dei servizi di qualità, senza dimenticare clausole sociali concrete e non facilmente aggirabili.
Di quella intuizione si è persa traccia, oggi i lavoratori sono sempre piu' frammentati e divisi, prevale la logica angusta dell'ufficio su quella della appartenenza a un Ente, a rafforzare questa logica sono arrivati contratti con istituti contrattuali che favoriscono alcune figure professionali a discapito di molte altre. La Rsu ha perso per strada innumerevoli materie oggetto di contrattazione ma allo stesso tempo si è adeguata a contrattare poco o nulla, senza mai entrare nel merito delle questioni normative, accontentandosi della divisione, spesso iniqua, di ben pochi soldi, rinunciando a priori a unficare le istanze dei lavoratori pubblici con quelle degli esternalizzati.
Per invertire la tendenza stiamo costruendo nel comune di Pisa una vertenza sull'appalto delle pulizie. Le responsabilità sono molteplici, dell'Ente che ha aggiudicato una gara con il 20 % in meno di spesa, delle cooperative che hanno presentato una offerta al ribasso aumentando i carichi di lavoro e lo sfruttamento delle lavoratrici part time, degli uffici che hanno redatto un capitolato di gara con meno servizi costringendo i\le dipendenti comunali a vivere 36 ore e piu' alla settimana in luoghi sporchi e non sanificati.
Riuscire a mettere insieme sindacati e lavoratori pubblici e delle ditte dovrebbe essere l'inizio di un percorso conflittuale che rimetta al centro le problematiche degli appalti.
Su questo tema il sindacalismo di base è in buona parte silente, dovrebbe spettare a noi unificare percorsi all'insegna del conflitto
Chiudiamo con due considerazioni : i comuni oggi hanno assorbito numerose funzioni un tempo spettanti alle province, sulle province abbiamo rinunciato a condurre una battaglia atta a dimostrare che non sono un inutile carrozzone, costavano meno dell1% della spesa pubblica e sono state fatte passare come strutture dispendiose ed inutili. In tempi di revisione in peius della Carta Costituzionale sarebbe opportuna una battaglia in controtendenza.
Urge riaprire una riflessione sulla previdenza integrativa, nel corso degli anni sono stati costruiti meccanismi atti a favorire il ricorso ai fondi previdenziali, sono perfino intervenute leggi finanziarie in tal senso. Ha quindi senso leggere ideologicamente la realtà oppure entrare nel merito delle questioni?
Ultimo argomento sui tagli alla sanità: di pochi giorni fa l'annuncio del Ministro Speranza di non tagliare i fondi ma basterà limitarsi a confermare i fondi previsti? Pensiamo di no, sono stati tagliati ospedali, posti letto, strutture sanitarie, si è risparmiato perfino sulle pulizie quando la salute e la sicurezza dei pazienti e della forza lavoro dovrebbe essere un elemento cardine su cui costruire i servizi.
Anche in questo caso le istanze dei lavoratori della sanità e degli appalti legati agli ospedali sono strettamente connesse. Questo dovrebbe fare il sindacato di base, rileggere criticamente il pubblico impiego e le sue trasformazioni, entrare nel merito della performance, dei processi di riorganizzazione  ma nell'ottica di unire istanze della forza lavoro pubblica ed esternalizzata.
Saremo in grado di accogliere questa sfida? Dopo tanti anni dubitare è lecito, vale tuttavia la pena di provarci se non vogliamo finire nella residualità  e ai margini del mondo del lavoro

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