Gara sulle pulizie: un silenzio assordante

Sono trascorse settimane da quando l'Amministrazione Comunale si era impegnata a fornire risposte sull'appalto per favorire le lavoratrici, rivedere gli orari e le metroquadrature, i carichi di lavoro e restituire alle due aziende superfici da pulire.

Impegni dei quali si è perso traccia, cadute nel dimenticatoio le istanze delle lavoratrici e silenzio dall'Amministrazione.

Ecco per quale ragione facciamo nostro il comunicato redatto dalle minoranze in consiglio comunale toinando a chiedere risposte e soluzioni a un problema creato dalla logica del risparmio ad ogni costo e dall'assenza di indirizzi dalla parte politica

Gara delle pulizie per gli uffici comunali: servizi sulla pelle delle lavoratrici nel più totale disinteresse della maggioranza

Non può che destare preoccupazione la situazione che si è creata con il bando per le pulizie degli uffici comunali. Una gara aggiudicata con un ribasso significativo: superiore al 20%.

Nel Consiglio Comunale del primo ottobre è stata discussa un'interpellanza presentata dal Consigliere Auletta. In quella sede abbiamo appreso alcune notizie in merito che tramutano il sospetto che ci sia qualcosa che non va in una certezza.

La vicesindaco, leggendo una nota degli uffici, fa sapere che la società (un'ati fra due imprese) ha giustificato la propria offerta spiegando  che rinuncia all'utile di impresa. Nella relazione il Rup considera le giustificazioni sufficienti per procedere all'assegnazione ma nel contempo si sottolineano molte perplessità sui dati esposti nei documenti presentati dall'aggiudicataria.

Le nostre domande su come sia possibile pensare che un'impresa rinunci all'utile e se la stessa ati avesse dimostrato di rispettare i ccnl cadono nel vuoto. Otteniamo l'impegno di discussione dell'argomento nella commissione comunale di riferimento presieduto dal consigliere Colecchia, richiesta già avanzata in data 3 settembre.

Il 3 ottobre riceviamo, dopo formale richiesta, copia dei documenti di gara, compresa la giustificazione dell'offerta da parte dell'ati.  

Da una prima analisi possiamo dire che i documenti riportano conteggi dai quali non si ravvisa il rispetto del minimo salariale che deve essere garantito dai ccnl: non chiare sono le pesature delle  ore di servizio considerate, le aliquote contributive applicate, la non considerazione di alcuni costi come il tfr e in conclusione una tariffa oraria inferiore alle tabelle ministeriali di riferimento e ai ccnl.

La situazione che sembra essersi creata è quella di far pagare alle lavoratrici il ribasso applicato in gara, aggiudicandosi un appalto a prezzi che non permettono di retribuire le stesse in maniera adeguata. Per essere chiari: tante ore di lavoro per uno stipendio da fame.

Anche ammesso un errore di valutazione da parte della commissione come può una maggioranza disinteressarsi del problema? Ad oggi, nonostante le nostre sollecitazioni il presidente Colecchia a quasi due mesi dalla prima richiesta e a un mese dall'impegno preso in consiglio fa orecchie da mercante. Anche le richieste fatte dai sindacati sono cadute nel dimenticatoio.

Il sistema di assegnazione degli appalti e di esternalizzazione si basa sempre più sul risparmio economico ovvero su situazioni di sfruttamento di lavoratori e lavoratrici che vengono poste di fronte alla scelta se lavorare a salari da fame o non avere nemmeno quello da portare a casa a fine mese. Ci si fa forti con i deboli, con coloro che non hanno potere contrattuale o altre scelte da poter compiere.

Se, anche e soprattutto, di fronte a situazioni eclatanti come questa si sceglie di girarsi dall'altra parte c'è solo una definizione: si è complici.

Questa maggioranza ha fatto una scelta: si è girata dall'altra parte, ignorando anche gli obblighi che lo statuto gli impone. Per questo abbiamo depositato negli scorsi giorni una nuova richiesta di discussione in commissione con audizione dei sindacati e il Presidente  Colecchia è obbligato entro venti giorni a convocare una seduta su questo argomento: se spera di farci desistere si sbaglia.

Ciccio Auletta - consigliere comunale Diritti in comune: Una città in comune - Rifondazione Comunista - Pisa Possibile

Olivia Picchi - consigliera comunale Partito democratico

Commenti