Appalti nella Pa: se risparmi puoi anche non affidarti alla Consip

 La logica del risparmio ormai domina, per quanto se ne dica, gli appalti e cosi' viene meno, con sentenza del Consiglio di Stato, l'obbligo per la Pubblica amministrazione di rivolgersi obbligatoriamente alla Consip.o alla centrale acquisti Regionale.

Sta cadendo nel dimenticatoio la questione degli appalti o meglio le riforme in atto, quelle che recepiscono le normative europee favorevoli al subappalto, avranno ricadute negative sulla forza lavoro,

Anche l'obbligo di ricorrere alle centrali uniche decade nel nome del risparmio di spesa che poi sappiamo determini riduzione del costo della manodopera.

Altro problema riguarda la suddivisione in lotti che alla fine determina il classico spezzatino degli appalti tra piu' aziende e cooperative. Cosi' facendo si mira non solo al contenimento dei costi ma ci si orienta verso la riduzione del personale che in un appalto piu' grande puo' essere facilmente riorganizzato . Prendiamo ad esempio lavoratrici o lavoratori con prescrizioni, in un appalto piu' grande troverebbero spazio con mansioni adeguate al loro stato di salute, in un appalto piu' piccolo tutto ciò sarà alquanto difficile e potrebbero aprirsi le strade di un licenziamento o di una riduzione oraria.

E' tempo di rimettere in discussione i baluardi sui quali sono costruiti  gli appalti pubblici ossia i principi di economicità, efficienza e buon andamento dell'azione amministrativa.

La economicità di un appalto stride con la qualità dei servizi erogati, il buon andamento della azione amministrativa dovrebbe avvalersi di un sistema di controlli per il quale serve personale in numeri adeguati e con apposita formazione ma soprattutto far valere il principio che una buona amministrazione non possa costruire le sue fortune sulla riduzione del costo della manodopera

La pubblica amministrazione è tenuta ad azione comparative davanti alle offerte in una gara ma dovrebbe essere guidata da valori e principi invalicabili a partire dalla realizzazione di bandi che calcolino il costo del lavoro con i medesimi costi di una gestione diretta. In questo modo non sarebbe piu' possibile ricorere con tanta solerzia alle esternalizzazioni dei servizi e potremmo avviare la reinternalizzazione del personale. Ma per fare tutto cio' dovremmo rimettere in discussione il contenimento di spesa imposto dalla Ue. E ovunque ci giriamo si capisce che le normative europee siano finalizzate alla liberalizzazione a sostegno della impresa a mero discapito della forza lavoro


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