Da oggi torna la piena libertà di licenziamento. La banalità dello stato di eccezione.

Lo sciopero contro la Legge Fornero e la manovra economica di Governo non ci sarà e qualora avvenisse non saranno certo Cgil Cisl Uil a convocarlo. Can che abbaia non morde, mai detto fu più azzeccato per descrivere l'arrendevolezza sindacale pur occultata da roboanti, quanto vuote, dichiarazioni. 17 Marzo 2020, eravamo in piena pandemia, l'allora Governo decise il blocco momentaneo dei licenziamenti e un pacchetto di ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi e al pur parziale blocco delle produzioni. Progressivamente, dall'estate scorsa ad oggi, siamo tornati alla "normalità", ossia alla piena facoltà di licenziamento nonostante i presupposti per una ulteriore proroga del divieto, ad esempio i dati Inps dell'osservatorio sulla cassa integrazione dimostrano la crisi ancora in atto con ampio ricorso agli ammortizzatori sociali nei settori turistici, conciari e alimentari. Il blocco dei licenziamenti per l'intero anno 2021 sarebbe stato possibile se il Governo non avesse accolto in toto le richieste di Confindustria che ne invocavano da un anno almeno la rimozione, logica avrebbe suggerito estendere il divieto almeno fino al termine dello Stato di emergenza (31 Dicembre 2021). Sarebbe stato possibile uno sciopero ma i sindacati cgil cisl uil hanno preferito siglare un accordo che baratta il ripristino dei licenziamenti collettivi con qualche settimana di ammortizzatore sociale. Lo stato di emergenza non rappresenta un indicatore valido, basti pensare al decreto Brunetta sul ritorno in presenza, scritto e attuato nell'arco di poche settimane, di 700 mila dipendenti pubblici, non è dato sapere allora cosa accadrà dal 1 Gennaio 2022 pur in presenza di un eventuale aumento dei contagi(la colpa intanto viene attribuita ai no vax e alle manifestazioni no green pass mentre altre manifestazioni nell'immaginario collettivo sarebbero invece esenti da eventuali colpe) Se da una parte il Governo intende tornare alla normalità dall'altra si nasconde dietro allo stato di emergenza per imporre scelte politiche, economiche e sociali improntate a una forte contrazione delle libertà collettive, individuali e del potere di acquisto e di contrattazione. I licenziamenti economici nell'anno di blocco (marzo 2020-giugno 2021) sono stati in ogni caso migliaia, circa 360 mila, in continuo aumento i licenziamenti legati invece a motivi disciplinari dei quali ben poco sappiamo anche in termini statistici. A luglio 2021, rispetto all'anno prima, ci sono state quasi 150 mila cessazioni di contratti in piu', i dati statistici sono piu' o meno gli stessi del 2018 e del 2019 il che conferma come non solo abbiano continuato a licenziare per ragioni economiche ma hanno subito approfittato della revoca del blocco per mandare a casa decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici. Delle migliaia di esuberi apprendiamo notizia grazie alla vertenza della Gkn e alle modalità, via whatsapp, di questi licenziamenti, al contempo esistono casi analoghi mai portati alla cronaca. Un 'altra ondata di licenziamenti sta per arrivare (con la fine del blocco, dal 1 Novembre) per settori particolarmente colpiti dalla crisi e nei quali massiccio è stato il ricorso alla cassa integrazione: commercio, turismo e moda. E parliamo di tante piccole e medie imprese spesso senza rappresentanze sindacali, forza lavoro oscura al sindacato e ai media che potrà essere licenziata senza troppi clamori. Sulla esperienza di quanto accaduto dal 1 Agosto ad oggi, dopo la presentazione della manovra di Bilancio, ci sarebbero tutte le ragioni per bloccare il paese prima di trovarci con migliaia di esuberi e centinaia di fabbriche chiuse. E ironia della sorte mentre il Governo rifiuta tamponi gratuiti per verificare gli effettivi contagi nei luoghi di lavoro, mentre si invoca la fine dello stato di emergenza per il ritorno alla normalità, ci si nasconde dietro alla eccezionalità del momento storico per portare avanti attacchi feroci al lavoro e ai diritti collettivi. Quando intravederemo una luce in fondo al tunnel?

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