Pianeta pensioni

Draghi: «Quota 100 non verrà rinnovata, assicurare gradualità nel passaggio alla normalità» La dote salirà a 2,5 miliardi. Sul Pnrr: «Nessun ritardo, in arrivo decreto per rimuovere gli impedimenti»

 Il Governo Draghi è stato chiaro fin dal suo insediamento: avrebbero messo mano al Reddito di cittadinanza e alla pensioni per ridimensionare il primo e ristabilire un progressivo e rapido ritorno alla Legge Fornero.

Se Rdc e pensioni rappresentano, al pari del welfare e degli ammortizzatori sociali, elementi salienti della iniziativa sindacale, dovremmo stabilire quali siano gli obiettivi da perseguire e per noi la cancellazione della Legge Fornero un reddito minimo e un salario minimo lo sono.

Il Governo ha detto che sarebbe sua intenzione stabilire due scaglioni per il prossimo biennio, 102 e 104 (sommatoria degli anni contributivi e dell'età anagrafica) per tornare nel 2024 alla Riforma Fornero.

Se l'età pensionabile non è aumentata , con la riduzione dell'aspettiva di vita non diminuisce e resta invariata.

Gli scaloni consentirebbero l'anticipo previdenziale per meno di 20 mila lavoratori\trici nei prossimi 2 anni, scaloni pensati ad arte per ridurre i costi di una parziale deroga alla Fornero. 

La richiesta sindacale di una nuova legge previdenziale è caduta nel dimenticatoio a conferma che il sostegno di Cgil Cisl Uil al Governo Draghi è servito per ripristinare i licenziamenti collettivi ma non per ottenere sostanziali miglioramenti delle retribuzioni e delle condizioni di vita della classe lavoratrice, un bilancio impietoso ma incontrovertibile a conferma di come questo Esecutivo si muova in coerenza con i dettami della Troika.

Il ritorno alla normalità per Draghi significa restituire piena forza e agibilità alle regole di contenimento della spesa pubblica e previdenziale, sgravi fiscali alle imprese e potere assoluto alle stesse, poi ben vengano protocolli inutili con il sindacato ma senza concertare con lo stesso le politiche richieste dall'UE.

I partiti in maggioranza intanto riservano il solilo teatrino, quanto resta del Mov5 Stelle in difesa del Reddito di cittadinanza, la Lega che chiede la calcellazione o il drastico ridimensionamento del Reddito per uno scalone pluriennale a quota 100. Si prefigura l'ennesimo scontro tra poveri, la miseria dilagante delle famiglie in contrapposizione ai pensionati, argomenti alla fine funzionali ai dettami delle imprese che rivendicano meno tasse, aiuti statali e un ricambio generazionale pagato dai contribuenti per sostituire la vecchia mandopera con quella nuova assunta attraverso contratti precari e mal pagati

Il compromesso all'orizzonte potrebbe presentare varie facce, ad esempio c'è chi rivendica un ampliamento della Ape sociale rinunciando ad ogni rivendicazione contro la Legge Fornero, ci sono quelli disposti a sacrificare le famiglie in miseria per accontentare un pezzo di elettorato prossimo alla pensione, altri ancora che vogliono evitare interventi in materia di previdenza, lavoro e welfare per portare a casa la salvaguardia parziale del Reddito di cittadinanza. Tutte queste proposte si muovono nell'alveo delle compatibilità con i dettami di Bruxelles e con i dettami padronali, una proposta complessiva necessiterebbe politiche aggressive contro le delocalizzazioni, il trasferimento dei capitali all'estero e la rottura con le regole della sociddetta stabilità finanziaria.

Qualunque sia il compromesso nella prossima manovra economica Governativa la merce di scambio potrebbe danneggiare sempre e comunque la classe lavoratrice o con il ripristino della Fornero, pru graduale ma comunque rapido, o attaccando il potere di acquisto di salari e pensioni rafforzando sanità e previdenza integrative a mero discapito di sanità e previdenza pubblica.

La manovra di Bilancio presenta cifre al vaglio di Bruxelles che intanto ha già inviato a Draghi le sue indicazioni che saranno rispettate alla lettera, i soldi sono pochi e non basteranno per sostenere il reddito, gli ammortizzatori sociali e le pensioni, del potenziamento degli investimenti in sanità e istruzione si è persa traccia da maesi, per questo possiamo già parlare dell'ennesimo compromesso a perdere, chi vuole andare in pensione prima di quanto la Fornero cosnentirebbe lo farà a suo rischio e pericolo e con forti decurtazioni dell futuro assegno previdenziale, i fondi destinati al Reddito saranno ridimensionati nonostante le famiglie povere siano quasi raddoppiate nei due anni pandemici.

E sullo sfondo già intravediamo gli esuberi e i tagli ai posti di lavoro in nome della ripartenza  e della transione ecologica , scenari già ben definiti rispetto ai quali la ricerca di una intesa tra sindacati rappresentativi e Governo produrrà la classica riduzione del danno che poi riduzione non sarà.


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