Corrispondenza dal porto di Genova

Buonasera a tutti\e, vi scriviamo dal porto di Genova dopo i 5 giorni dell'esperienza di Ponte Etiopia. Dopo 70 anni per la prima volta ai lavoratori del Porto si sono organizzati in maniera autonoma senza le strutture organizzate di CGIL o della compagnia unica. I primi due giorni si sono caratterizzati da un sostanziale blocco dell'attività mentre invece gli altri tre sono sfumati in una sorta di festa di paese che aveva sempre meno di politico e si prestava ad infiltrazioni di personaggi ambigui se non dichiaratamente fascisti che nulla hanno a che vedere con le istanze dei lavoratori . La partita politica che ne esce risulta ora in mano a sindacalismo di base in quanto la CGIL risulta sempre più schiacciata sulle posizioni della Confindustria, di fronte alle gravi discriminazioni nei posti di lavoro determinate dall'obbligo del Green pass la Cgil non ha dato segni di vita. Dentro il porto di Genova si è concretizzata una frattura rispetto al sindacato confederale, USB è radicata nei terminal e nella compagnia unica dove ci sono anche iscritti alla Cub e la presenza dell'Unione Sindacale presente presso in alcuni settori. La USB ha indetto per lunedì e martedì prossimo un blocco al terminal contro l'onnligo del Green Pass , odioso strumento di accesso al lavoro e elemento di divisione. Le proposte di Usb vanno verso la richiesta dei tamponi gratuiti nei luoghi di produzione e a carico dei datori di lavoro, tamponi per tutti i lavoratori, vaccinati e non, visto che risulta ormai evidente come il virus si stia diffondendo anche tra i vaccinati. Questa richiesta mira a ricompattare i lavoratori contro l'introduzione di un nuovo documento di controllo prevedendo invece tamponi per tutti al fine di verificare gli effettivi contagi nei luohji di lavoro. Come Unione sindacale italiana stiamo valutando di aderire a queste dure giornate di sciopero con altre motivazioni, guardando insomma alla natura autoritaria del Green pass e cercando una sintesi tra la liberta' individuale e l'interesse collettivo. Pertanto ci muoveremo in stretto contatto con i portuali di Trieste. La situazione è in costante evoluzione e non solo nei porti che hanno un ruolo nevralgico nello spostamento delle merci. E' in corso una discussione sulla deroga per i lavori all'aperto e eventuali risultati di questa discussione potrebbero sgonfiare quella che è una posizione sociale riducendola a una questione solo inerente il lavoro, le modalità organizzative e gestionali. Di sicuro la mobilitazione in corso va seguita con grande attenzione perchè l'autoritarismo del Green pass va intrecciandosi a problematiche di settore e alle tematiche della salute e sicurezza della forza lavoro.

Commenti