Il Punto sugli appalti.....

 Da tempo in Parlamento si parla di riforma degli appalti  che poi riguardano tanto il sistema pubblico quanto quello privato. Nella Legge delega in Parlamento non si comprende se l'obiettivo è andare verso il rafforzamento delle clausole sociali o se invece si lascerà ampia facoltà di scelta ai committenti . Eliminare l'obbligo delle clausole sociali sarebbe nefasto dando la possibilità ad aziende e cooperative di ridurre la forza lavoro, il monte ore e i salari alimentando la giungla. Qualcuno come l'Anac ha parlato di rafforzare la Banca dati dell'Autorità «per monitorare i contratti collettivi usati nei subappalti, in modo da evitare il dumping contrattuale di chi si aggiudica le gare violando le regole»

Siamo certi che alla fine prevarrà la logica di conservare le clausole sociali ma nei soliti termini generici e facilmente aggirabili nel nome dell'autonomia di impresa, al contrario servirebbero regole assai diverse, paletti invalicabili a tutela dei salari e dei posti di lavoro. Non serve solo monitorare  i contratti collettivi usati nei subappalti per scongiurare il dumping contrattuale di chi si aggiudica le gare violando le regole esistenti, noi crediamo che serva invece una norma per assicurare gli stessi contratti applicati dalla committenza. Facciamo un esempio: se un Ente locale aggiudica un appalto dove si applica il ccnl multiservizi e cooperative sociali sanciamo una perdita salariale e l'aumento della settimana lavorativa, si risparmia solo sul costo della forza lavoro.

Dal 1° novembre prossimo intanto entra in vigore  la  nuova disciplina del subappalto, secondo le previsioni contenute nel Decreto legge 77/2021 (convertito nella legge 198/2021),


Viene individuato il limite.ma attenzione questo vale fino al 1 novembre quando scade la fase cosiddetta transitoria,  del 50% del valore del contratto di appalto quale percentuale massima delle prestazioni da svolgere in  subappalto, le norme europee vanno decisamente verso il potenziamento del subappalto,specie dal 1 nov., che da sempre rappresenta un danno per i lavoratori e le lavoratrici e solo un vantaggio per i datori.

Ci sono ben due  pronunce della Corte di Giustizia Ue per favorire l'ampliamento del subappalto, le nuove normative italiane recepiscono i dettami di Bruxelles prevedendo il divieto di subappaltare la totalità dei lavori, il divieto di subappaltare la prevalente esecuzione delle lavorazioni guardando in sostanza ai soli appalti di lavoro e non quelli per servizi e forniture varie, infine il divieto di subappaltare la prevalente esecuzione dei contratti che prevedono una elevata intensità di manodopera. 

Non ci sembra che queste decisioni vadano verso la effettiva tutela della forza lavoro, si vieta il subappalto del 100 per cento delle prestazioni ma in sostanza si rafforza il ricorso al subappalto che genera disuguaglianza salariale, sfruttamento e deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

Ci sono limiti nel ricorso al subappalto ma assai poche tutele per la forza lavoro e fin troppa discrezionalità della stazione appaltante, anche la tutela delle condizioni di lavoro e di sicurezza ci sembrano del tutto generiche e insufficienti  resta tuttavia l'esigenza di prevenire il rischio di infiltrazioni criminali nei subappalti,  in ogni caso  se sappiamo che il problema è rappresentato dal subappalto in quanto tale e le norme europee ne prevedono  un sostanziale rafforzamento.
 

In teoria la stazione appaltante deve sempre valutare le caratteristiche tecniche dell'appalto e a tutela della sicurezza del lavoro e per scongiurare i pericoli di infiltrazione mafiosa ma per quanto importanti questi elementi non rappresentano una effettiva tutela per la forza lavoro.

Già nella fase di transizione, con il 50% dell'importo del contratto di appalto, da gestire in subappalto per noi si spianava la strada alla  liberalizzazione totale del subappalto stesso, le discrezionalità, dal 1 Novembre, previste sulla carta per il committente, in futuro potrebbero essere smontate in nome della libera concorrenza e dalla autonomia di impresa che con la difesa dei salari e dei contratti in essere ha poco da spartire.

 C'è invece una novità interessante in vigore dal prossimo 1 novembre ossia la responsabilità solidale dell'appaltatore e del subappaltatore nei confronti della stazione appaltante ma temiamo che questo dispositivo possa essere indebolito in corso d'opera visto che i controlli rimandano alla presenza di personale con competenze e numeri adeguati a questo sistema di controlli. E tutti conosciamo le carenze di personale nella Pa.

Di certo se il subappaltatore deve garantire per le prestazioni rese gli stessi standard qualitativi e prestazionali previsti nel contratto di appalto e  riconoscere ai propri lavoratori un trattamento economico e normativo non inferiore a quello garantito dall'appaltatore, significa che l'applicazione di contratti sfavorevoli potrebbe essere scongiurata ma anche in questo caso solo in termini teorici e non fattuali


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