Difendiamo la geografia nelle scuole
Dario Donatini
Docente di geografia
dariodonatini85@gmail.com
Montecatini Terme, 22 settembre Alla stampa
OGGETTO:
Un futuro incerto per l’insegnamento della geografia
La riforma degli istituti tecnici italiani attuata dal ministro Valditara
segna senza ombra di dubbio un punto di svolta per l’istruzione tecnica e l’applicazione
della normativa, a partire dall’anno scolastico 2026-2027, porta incertezza per
l’insegnamento della geografia, disciplina già drasticamente penalizzata a
seguito della riforma Gelmini del 2010.
In primo luogo, la gran parte degli studenti degli istituti tecnici e
professionali studiano geografia, nelle classi del biennio, solo un’ora a
settimana (circa 33 ore all’anno). Il monte ore complessivo non consente
certamente il raggiungimento di un livello di conoscenze e competenze
accettabile per ottenere gli obiettivi della disciplina, come sviluppare
approcci critici e consapevoli ai territori e comprendere la realtà che ci
circonda. Inoltre, relegare una disciplina che si occupa dell’attualità e dello
sviluppo del pensiero critico alle classi del biennio è un errore di
valutazione, poiché di fatto in quel periodo gli alunni ancora non hanno gli
strumenti necessari per comprendere a pieno il mondo contemporaneo, mentre
sarebbe fondamentale insegnare la geografia nelle classi del triennio: basti
pensare che le tracce dei temi dell’esame di Stato affrontano ogni anno, quasi
sempre, svariati temi che hanno a che fare con la materia.
In secondo luogo, si ricorda che ai licei l’attuale disciplina “storia e
geografia” al momento è assegnata esclusivamente a insegnanti di discipline
letterarie e non a specialisti di geografia, mentre permane il problema delle
cattedre di geografia assegnate da svariate segreterie scolastiche a docenti di
scienze (classe di concorso A050) in maniera del tutto contraria alla normativa
vigente.
Tuttavia, se come insegnanti siamo perplessi sul presente, ciò che più ci sconforta è il futuro. Dai nuovi quadri orari ufficiali che sono stati elaborati, l’unica cosa certa al momento è che – cristallizzandosi in questo modo le cose – le ore di geografia negli istituti tecnici economici diminuiranno. Infatti, la disciplina con la nuova riforma è stata inserita nell’asse storico-geografico, che prevede per tutto il biennio una spartizione di una manciata di ore tra storia e geografia. In definitiva, conti alla mano, a quest’ultima materia non rimarranno che briciole, molto probabilmente un’ora a settimana rispetto alle tre attuali. In pratica, allo stato attuale dei fatti, senza interventi in favore della geografia, c’è il rischio che gli studenti italiani – al di là delle recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione – conoscano sempre meno le dinamiche che governano i rapporti uomo-ambiente.
Ma che ne sarà degli insegnanti?
Con una eventuale riduzione oraria, in tutta la Penisola i docenti della classe di concorso A21 Geografia saranno a rischio esubero, oppure, nella migliore delle ipotesi, per completare il proprio orario, saranno costretti a prestare servizio su più scuole, spesso lontane tra loro. Per fronteggiare questa situazione, a seguito della presa visione delle tabelle orarie ministeriali, si è formato un gruppo spontaneo di docenti da tutta Italia, assolutamente apartitico ed auto-organizzato, che ha inviato in primis una lettera di sensibilizzazione al Ministro, di cui si attende una risposta. In seconda battuta ha raccolto numerose firme ed ha inviato un comunicato a tutti i principali sindacati italiani al fine di metterli al corrente della delicata situazione sopra descritta.
Le richieste sono le
seguenti: mantenimento delle ore di geografia al biennio e introduzione della
disciplina al triennio degli istituti tecnici economici, assegnazione di ore di
geografia alla classe di concorso A021 nei licei, aumento delle ore di
geografia negli istituti professionali assegnate agli specialisti della
disciplina, fine delle irregolari assegnazioni delle ore di geografia ad altre
classi di concorso.
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