Gaza. La Flotilla respinge la proposta (e gli insulti) del Governo italiano. L’internazionalismo dei popoli contro la violenza genocidaria
Gaza. La Flotilla respinge la proposta (e gli insulti) del Governo italiano. L’internazionalismo dei popoli contro la violenza genocidaria
di Laura Tussi
La Flotilla ha rifiutato la mediazione proposta dal Governo italiano sulla consegna degli aiuti a Gaza via Cipro rispondendo inoltre con sdegno alle parole della premier Giorgia Meloni che a New York ha parlato di “spedizione gratuita, pericolosa e irresponsabile”. “La nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l’assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica”, ha fatto sapere il comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, respingendo l’attacco di ieri della premier alla Flotilla. Israele “non ci intimidirà. Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio. Chiediamo ai governi di fare pressioni per fermare la violenza”, ha detto Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson, presente nella Global Sumud Flotilla. Dura la risposta di Israele. “La flottiglia ha respinto la proposta italiana, dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas”, ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar che ha poi aggiunto che Israele “è ancora pronto a impegnarsi in qualsiasi accordo costruttivo per trasferire gli aiuti” della Global Sumud Flotilla “in modo legale e pacifico”.
Dopo l’attacco contro la Global Sumud Flotilla con droni, bombe sonore e spray urticanti, la fregata Fasan della Marina militare italiana da ieri sera è a sud di Creta in prossimità della Sumud Flottilla e la segue per eventuali soccorsi.
Ormai la verità sul Genocidio di Gaza è unanimemente conosciuta
Critiche alla GHF
La cosiddetta agenzia privatizzata di aiuti a Gaza è legata alla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele. Questa organizzazione è stata accusata di inefficacia e di minare la dignità dei beneficiari.
Le principali critiche rivolte alla GHF riguardano innanzitutto la mancanza di neutralità, dal momento che la distribuzione degli aiuti non avviene secondo criteri imparziali. A questo si aggiunge il grave pericolo per i beneficiari, poiché i siti di consegna sono stati più volte teatro di violenze, costate la vita a centinaia di persone, spesso per mano dei soldati israeliani. Anche la distribuzione degli aiuti è giudicata limitata e inefficace: i pacchi contengono soltanto cibo secco, senza acqua potabile, combustibile, medicinali o latte per bambini, risultando del tutto insufficienti in un contesto di estrema scarsità. Infine, la copertura resta drammaticamente ridotta, con un numero di pacchi che raggiunge appena il 2% della popolazione, senza quindi garantire i bisogni nutrizionali minimi.
Alternative e proposte
Gaza e l’internazionalismo
La potenza della giornata del 22 settembre, che ha travolto le aspettative di tutte le organizzazioni sindacali, politiche e di movimento che l’hanno promossa e vissuta, ha imposto la strada della collaborazione.
Il movimento di solidarietà con la Palestina, la lotta contro il genocidio, contro la guerra e contro il riarmo richiedono la più larga convergenza di reti di movimento, associazioni, sindacati e partiti. Questo è già accaduto con la campagna contro il decreto sicurezza.
È lo spirito che anima la convergenza Stop Rearm Europe

Commenti
Posta un commento