Il salasso autunnale: cresce l'allarme sociale per il caro vita
Al rientro dalle ferie
estive iniziano i dolori, era una frase ricorrente tanti anni or sono quando le
famiglie italiane dovevano fare i conti con il ritorno a scuola dei figli, le
spese per i libri e altre scadenze autunnali.
In una Italia nella quale la
produzione industriale e gli uffici chiudevano per tutto agosto, le ferie degli
italiani erano senza dubbio spensierate e più lunghe, da lustri ormai le ferie
sono brevi e scaglionate, le grandi serrate di un tempo sono il lontano ricordo
di una società dettata da tempi e regole differenti da quelli attuali.
Ma prendere le ferie in
agosto, quando tutto costa di più, è un lusso che molti non possono
permettersi, una settimana in Italia raggiunge cifre inaccessibili per tante
famiglie che per le loro vacanze guardano obbligatoriamente all’estero. I
bilanci familiari sono magri e l’autunno 2025 prevede un salasso per le famiglie
a partire dai consumi energetici fino al caro scuola.
Ma ogni ulteriore
considerazione dovrebbe affrontare la questione centrale e dirimente: la
erosione del potere di acquisto dei salari, gli stipendi da fame troppo
diffusi, sono queste le cause delle preoccupazioni diffuse. Intanto
Federconsumatori parla di un incremento della spesa di mezzo punto in un anno
con i libri scolastici ancora troppo cari, il riscaldamento alle stelle, il
rincaro della Tari, l’aumento delle spese sanitarie per la incapacità,
costruita a tavolino, del pubblico di accogliere le richieste dei cittadini in
tempi accettabili.
Perfino la spesa alimentare
è in aumento, oltre il 4 per cento in meno di 12 mesi con tante famiglie tornate
ai discount o a tagliare l’acquisto di pesce, frutta fresca e carne. Il
carrello degli italiani si limita ormai ai beni essenziali.
Sempre per Federconsumatori
i costi condominiali sono in continua crescita, insomma il costo della vita
aumenta mentre i salari perdono terreno e molte uscite un tempo previste oggi
diventano un autentico salasso che impone tagli ai bilanci familiari magari per
le spese sanitarie. Una spiegazione gettonata collega la ridotta capacità di
spesa alla inflazione, è invece assente una analisi sulla erosione del potere
di acquisto dei salari, sul fatto che alcune voci di spesa dovrebbero essere
invece semigratuite perché pubbliche
La capacità di spesa delle
famiglie non è quindi in linea con i costi della vita e per questo servono
aumenti contrattuali capaci di restituire forza e dignità ai salari
Al contrario invece si
guarda o alla leva fiscale (sgravi ) o a una revisione dell’Iva sui beni di
largo consumo per restituire una boccata di ossigeno alle famiglie.
Poi altri, come
Federconsumatori, pensano a una sorta di specifico per contrastare la povertà
energetica fino alla fatidica riforma
fiscale a sostegno dei redditi medio-bassi.
Commenti
Posta un commento