Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza e salute mei luoghi di lavoro: il punto di vista della CUB

 Documento Cub Pisa su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono spesso un obiettivo dimenticato dagli stessi sindacati avendo scambiato porzioni di salario con ritmi di lavoro insostenibili, intensificazione dei tempi di lavoro, rinuncia alle pause.



Ma i numeri non ingannano e raccontano di migliaia di lavoratori e lavoratrici uccisi e numeri ancor maggiori di infortuni, 300 mila con danni permanenti, troppi lavori non ancora considerati usuranti, mancato riconoscimento di innumerevoli malattie professionali.

Alcuni individuano nelle pene detentive la soluzione del problema, ad esempio introducendo il reato di omicidio sul lavoro, molto altro urge fare visto che il ricorso allo stato penale, con la istituzione di nuovi reati e severe pene, è la risposta dei dominanti ai movimenti conflittuali e, visti i rapporti di forza, reati pensati per punire la parte datoriale è l’ultimo dei pensieri in seno al Governo. 

Infortuni e morti sul lavoro crescono anche perchè è forte la idea che intensificando i ritmi e lo sfruttamento i margini di profitto e di produttività siano destinati ad aumentare, se così fosse oggi l'Italia non sarebbe tra gli ultimi paesi in fatto di investimenti tecnologici destinati proprio alla produttività


Abbiamo allora pensato ad alcune proposte da sostenere con forza e vorremmo partire dalla necessità di intervenire sulle normative che disciplinano il ruolo dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza – RLS- oggi in subordine alle figure aziendali della sicurezza. Gli RLS non hanno un ruolo sindacale vero e proprio e vengono chiamati a verificare l’adozione delle misure di prevenzione.

I percorsi formativi degli RLS sono rituali e insufficienti, spesso teoriche e con pochi riscontri pratici legati alle problematiche dei luoghi di lavoro, insufficienti le ore di permesso ed esiguo il potere effettivo perché anche quando potrebbero ricorrere al giudice del lavoro vengono spesso lasciati soli dalle RSU e dalle stesse organizzazioni sindacali di appartenenza.

Un RLS dovrebbe essere di plesso mentre invece capita con sempre maggiore frequenza di trovare dei Rappresentanti che devono coprire più cantieri e più province e in questo modo si indeboliscono ruolo e funzione dei rappresentanti

Per questo un intervento legislativo si rende necessario ampliando il potere degli Rls e riscrivendo in parte il D.lgs. 81 o la legge 300\70.

La impossibilità poi di nominare degli Rls al di fuori della Rsu (come nel Pubblico Impiego) è un altro ostacolo da rimuovere se vogliamo rafforzare proprio la figura del Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza e senza limitarsi a un suo coinvolgimento a documenti conclusi.

Andiamo alla sostanza del problema, evitando l’equivoco di una grande tornata elettorale per individuare gli RLS, serve prima di tutto un reale ed effettivo potere contrattuale in materia di salute e sicurezza obbligando il datore di lavoro obbligato a consegnare copia cartacea del DVR agli RLS senza limitarsi alla consultazione in ufficio o on line, con la libertà di affiancare i rappresentanti con tecnici da loro individuati al fine di aiutarli nell’opera di studio, di analisi e valutazione dei documenti e degli interventi. Serve un pieno accesso ai luoghi di lavoro e alla documentazione anche senza preavviso coinvolgendo gli Rls nella riunione con gli Organi di vigilanza. 


Ma per rimettere in piedi un ragionamento del genere le tematiche della salute e della sicurezza devono avere la stessa rilevanza delle rivendicazioni economiche e contrattuali, in questi anni la formalità del ruolo degli RLS è stato anche il risultato di un approccio errato da parte delle associazioni datoriali e sindacali.

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