Il colossale giro di affari che ruota attorno al settore della difesa
Il Piano “Readiness 2030” dell’UE prevede un impegno
complessivo di circa 800 miliardi di Euro, con la spesa UE-27 salita a 348,5
miliardi nel 2024 (1,9% del PIL, +24% rispetto al 2023) e un obiettivo NATO del
5% al 2035, pari a 781,7 miliardi aggiuntivi per l’UE. Di questi 800 miliardi
di Euro, 650 miliardi sarebbero richiesti dai bilanci nazionali dei singoli
Stati Membri (ipotizzandoli esenti dalle regole fiscali europee) mentre 150
miliardi di Euro da ReArm Europe sarebbero raccolti sui mercati dei capitali,
sostenuti dal bilancio dell’UE, stimolando l’aumento dei contributi della Banca
Europea degli Investimenti (BEI)
Forum
di Cernobbio: 51^ edizione | The European House - Ambrosetti
Il documento strategico sulla industria di armi presentato al Forum di Cernobbio merita di essere letto, studiato e diffuso, il ricorso al Riarmo e alla Guerra è stato studiato a tavolino e da tempo proposto come soluzione della crisi sistemica. E un documento delle aziende private e pubbliche del settore viene assunto come linea guida dai governi europei
La Ue punta quindi sull’ industria della D&S la
cui crescita in termini di fatturato, utili, azioni in borsa e anche
occupazione è considerata la più elevata performance nell’economia
capitalistica. I dati indicati nel documento strategico sono eloquenti
ipotizzando la crescita nel fatturato e nell’occupazione (rispettivamente
+7,4% e +7,2% medio annuo nel quinquennio 2019-2023) quanto nelle esportazioni
e negli investimenti in Ricerca &Sviluppo (cresciuti entrambi di oltre il
9% nel quinquennio 2019-2023).Con una presenza consolidata di grandi gruppi
della D&S nei principali Paesi europei (in primis, Francia, Italia,
Germania e Regno Unito), il fatturato dell’industria europea della D&S è
cresciuto in media del 7,4% annuo nel quinquennio 2019-2023 rispetto al +5% del
PIL UE-27. Anche l’occupazione della filiera europea della D&S è cresciuta
a un tasso medio annuo del 7,2% nello stesso periodo rispetto al +0,7%
dell’occupazione a livello complessivo UE.
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