Draghi e CL: parole sospese

 Draghi e CL: parole sospese


Tiziano Tussi





Mario Draghi ed il suo discorso al meeting di Comunione e Liberazione. Un discorso pericoloso quanto sospeso da parte di un uomo pericoloso, vediamo perché. Scorriamo il discorso integralmente.

All'inizio subito una sottolineatura dei dazi statunitensi e dalle conseguenze degli stessi. "Siamo stati spinti dallo stesso alleato ad aumentare la spesa militare, una decisione che forse avremmo comunque dovuto prendere, ma in forme e modi che probabilmente non riflettono l'interesse dell'Europa." Viene messo in luce già dall'avvio del discorso una ricerca di indipendenza modale di comportamenti che non sono in ogni modo in discussione, in contrasto con quanto c'è davvero da fare: armi e riarmo. Una visione bellicista e neocoloniale. Le armi a cosa servono? Questo ritardo europeo ha come conseguenze che "…la Cina ha chiarito che non considera l'Europa come partner alla pari."

Tale considerazione negativa sarà ampiamente aumentata ora, dopo il vertice che la Cina ha organizzato a Tianjin tra una trentina di paesi che, in qualche modo, sono in contrasto con l'Occidente, così genericamente intesso.  La Sco, l'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai fondata nel 2001, include Cina, India, Russia, Pakistan, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Bielorussia, con altri 16 Paesi affiliati come osservatori o partner di dialogo. (dalla rete) Come si vede Paesi che hanno un qualche contenzioso con il campo capitalistico occidentale.

L'Europa in questo orizzonte conta niente: "L'Europa è stata spettatrice anche durante la crisi iraniana e il massacro di Gaza". Questo anche perché, come dice Draghi i soldi non sono sufficienti ad essere grandi, e detto da un banchiere fa pensare. Non basta, è falso che "…l'illusione economica… da sola [possa assicurare] una qualche forma di potere geopolitico." Occorre invece difendere i sacri valori europei, in ogni modo: "… democrazia, pace, libertà, indipendenza, sovranità, prosperità, equità." Ognuno di questi sarebbero da commentare con qualche critica ma possiamo dire in sintesi che tali valori e la loro difesa sono ben ipocrita rivendicazione date le crisi che fasicamente intervengono anche in Europa.

Qualche esempio: crisi della ex Jugoslavia con bombardamenti annessi: bombardamento dell'ambasciata cinese a Belgrado nel 1999; eclatante disparità di ricchezza nei paesi europei tra le classi sociali; disoccupazione e squilibri di genere, tra uomini e donne in ogni campo, specialmente in alcuni paesi dell'EU. Certo in senso lato tutti i valori elencati sono più o meno presenti in Europa ma non possono certo essere elevati al massimo grado date le loro pecche e/o ritardi di applicazioni sensibili.

La mancanza di attenzione e rispetto per questi valori, dice sempre Draghi, ha portato alla Seconda guerra mondiale. Bene, l'Europa unita è nata proprio per difenderli. E Draghi avvia un piccolo panegirico per la positività di quei valori, ma poi lo stesso afferma che: "…ma quel mondo è finito e molte delle sue caratteristiche sono state cancellate." Non si sa perché, da chi, quando è finito? Quindi si dovrebbe intendere che la democrazia, pace, libertà ecc. ecc. sono scomparse - mondo finito - e dal "rispetto per le regole" si è passati "all'uso della forza militare e della potenza economica per proteggere gli interessi nazionali."

Stupisce tanta approssimazione per un uomo che viene ritenuto preciso conoscitore di ciò che è accaduto e di ciò che accade sulla scena internazionale. Cosa significa "mondo finito, rispetto per le regole" come se il colonialismo europeo e neocolonialismo, anche con l'aggiunta degli USA, non fosse mai esistito. E ci dice che le regole ora sono dei più forti, non sono più regole, ma una deregulation dello stato, nelle transazioni. In sostanza, per non farla troppo lunga in questo guazzabuglio concettuale, ecco la svolta, l'EU: "deve mutare anche la sua organizzazione politica." Forse pensa ad un presidente europeo, che sia proprio lui? Occorre, in definitiva premere sul mercato interno, senza troppe regole, sempre però inserito in un'EU diversa, più forte.

In quest'ottica le spese militari che Draghi calcola in 2 trilioni di euro, sarebbero risplendenti e ben utilizzabili, senza barriere europee interne su "macchinari e metalli". Poi si dovrebbe perseguire l'indipendenza tecnologica per avere "prosperità e sovranità". L'EU investe troppo poco in questi settori: "il ventottesimo regime" (28° regime) è una proposta dell'Unione Europea per creare un quadro giuridico opzionale e armonizzato, parallelo ai 27 sistemi nazionali, che fornisca alle imprese un unico set di regole su diritto societario, fallimentare, lavoristico e tributario per operare in tutta l'UE. L'obiettivo è semplificare le normative, ridurre i costi, superare la frammentazione e aumentare la competitività delle imprese europee, in particolare delle startup e delle scaleup, promuovendo l'innovazione e il mercato unico. (dalla rete).

E ancora, comportamenti similari debbono avvenire in altri comparti quali la finanza. Come se fosse possibile, senza una profonda rivoluzione sovrastatale, a livello di Europa Unita, arrivare a tale risultato. Basterebbe guardare una cartina degli Stati Uniti d'America e leggervi l'anno in cui ogni stato ha fatto parte dell'unione, per rendersi conto di cosa voglia dire costruire uno stato federale laddove non esisteva. Si va dalla fine del 1700 sino al 1959. Una composizione eccezionale.

Ma Draghi ha in mente solo "debito buono e debito cattivo". Debito buono per la difesa, ricerca e sviluppo, energia e reti e infrastruttura europea, tecnologie. Ma la difesa è la prima priorità. Difesa da chi? Solo armandosi l'EU potrebbe fare concorrenza alle altre super potenze. Le quali naturalmente non guarderanno "con simpatia ad una nuova Europa" in un mondo che "sta abbandonando le regole multilaterali."

Il discorso finisce sospeso. Non si capisce come gli europei si dovrebbero comportare. Quello che resta è una spinta agli armamenti ed al controllo delle reti, dell'informatica. In definitiva un discorso sconnesso che non ci si aspetterebbe da un uomo pubblico così precisino. Tanto che anche il sole 24 ore di domenica 31 agosto fa le pulci al suo discorso e a quello della Meloni. L'articolo termina però anch'esso in una imbarazzata sospensione - evidentemente va di moda: "In una fase storica di grandi cambiamenti, un consenso nazionale sul futuro dell'Europa ci renderebbe più forti" (Sergio Fabbrini).

Alzando ancora di più in piedi tutta l'impalcatura sbilanciata dei discorsi che l'articolista analizza. Insomma, la si può prender da dove si vuole ma l'EU non regge a nessuna prova di analisi e/o proposta razionale. Regge solo la caparbietà degli uomini forti europei e degli stati più importanti, tra i quali l'Italia cerca di imbucarsi in ogni modo. E quel che rimane in definitiva è solo la ricerca di un rafforzamento bellicista in un mondo che sta sempre di più diventando tale.

da www.resistenze.org - osservatorio - italia - politica e società - 02-09-25 - n. 939

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