Intervista a Leonardo Cribio e Pietro Morace attivisti del Coordinamento per la pace – Milano

 

Perchè siamo in guerra? Una tre giorni a Milano con un intervento di Moni Ovadia sulle prospettive politiche. Intervista a Leonardo Cribio e Pietro Morace attivisti del Coordinamento per la pace – Milano 

di Laura Tussi



Nella situazione in cui l’informazione ha annullato il suo ruolo per essere strumento di propaganda del regime, presentando le contraddizioni e i conflitti con una lettura manichea di contrapposizione del Bene al Male, dell’Amico al Nemico era ed è necessario al movimento per la Pace, fornirsi di reali informazioni, denunce, analisi e approfondimenti per rendere più efficace il contrasto alla linea guerrafondaia.  Su queste basi nasce nel 2023 la “Tre giorni per la Pace”. Il tema della terza edizione che si svolgerà nei giorni 19, 20 e 21 settembre 2025 sempre al C.I.Q.  parte dalla sollecitazione di una frase di Gino Strada: “Non ci sono popoli che vogliono la guerra, altrimenti i governi non dovrebbero raccontare palle per mandare la gente in guerra”, verità ancora oggi attuale e nascosta, come dimostrano i dati pubblicati dai maggiori istituti di ricerca italiani.

Leonardo Cribio e Pietro Morace il neoliberismo sempre più incalzante porta al fascismo e a un repentino impoverimento delle classi sociali medie e basse perchè la guerra apre i battenti ovunque

Il Coordinamento per la Pace – Milano si costituisce all’inizio del 2023 con l’incontro fra più di trenta associazioni e organizzazioni di diversa estrazione, storia e sensibilità, che si riconoscono nella nostra Costituzione e nel suo art. 11, che vedono in questa fase storica, come determinante, la crisi del mondo unipolare a egemonia USA che non intende cedere al sempre più emergente mondo multipolare e multilaterale, con il comune scopo di dare una voce più forte e unitaria a chi ritiene che la pace non si raggiunga con le armi; opporsi all’aumento delle spese militari con risorse che verranno sottratte ai servizi sociali, sanità, pensioni, scuola, sostegno al lavoro e alla povertà; rifiutare la linea di cobelligeranza del nostro governo che sacrifica gli interessi nazionali a quelli egemonici degli USA;  contrastare la costruzione del “nemico” e del “guerriero” che lo deve sconfiggere; sostenere la giusta lotta del popolo palestinese e di tutti i popoli che lottano contro l’oppressione del colonialismo militare ed economico.

Leonardo e Pietro potete parlarci del ruolo e della funzione che svolge il coordinamento per la Pace di Milano?

Il Coordinamento non è una organizzazione, né tantomeno un comitato, ma uno strumento di unità operativa su un comune obiettivo: fermare le guerre, costruire la pace come processo di mediazione dei conflitti nel rispetto delle reciproche esigenze e che sia frutto di una sicurezza condivisa e garantita da democratici organismi internazionali.

La principali iniziative del Coordinamento sono: maggio 2023 – manifestazione con corteo contro la cobelligeranza del Governo e l’invio di armi in Ucraina; settembre 2023 – prima edizione della Tre giorni per la Pace, “La Denuncia, la Riflessione, l’Azione”; marzo 2024 – convegno su “Guerra e Democrazia” all’Università Statale di Milano; settembre 2024 – seconda edizione della Tre giorni per la Pace, “Prima che sia troppo tardi”; ottobre 2024 – manifestazione con corteo promossa con le organizzazioni palestinesi in Italia, UDAP, GPI, API e CPL “Fuori l’Italia dalla guerra”; aprile 2025 – partecipazione al corteo del 25 aprile “Fermiamo il Riarmo, la Guerra e il Genocidio”; settembre 2025 – terza edizione della Tre giorni per la Pace, “Perché siamo in guerra”.

Per raggiungere il proprio obiettivo il Coordinamento si batte per la costruzione di un ampio e plurale fronte contro la guerra, aderendo al Coordinamento nazionale NORIARMO

Tutto questo stringendo rapporti di confronto e unità d’azione con altre reti su temi affini e obiettivi comuni, nel convincimento che, nell’attuale crisi della politica e della democrazia rappresentativa, per costruire il fronte sia necessario mettere al primo posto il comune obiettivo e non le proprie bandiere.

 Sembra finito il tempo in cui si svolgevano molti convegni, incontri, seminari, dove su di un tema generale intervenivano dieci, venti ed anche trenta relatori, come su una passerella, ognuno con il suo autonomo e personale contributo.

Con la prima edizione, pertanto, avete voluto definire innanzitutto il carattere della vostra proposta come processo che parte dalla Denuncia, e che sviluppa Approfondimenti, Analisi e indirizza l’Azione Politica?

Certamente: un processo da percorrere insieme nel confronto e dibattito. Infatti non estraneo al carattere della Tre Giorni è anche il luogo dove si svolge, al Centro Internazionale di Quartiere (C.I.Q.) in zona Corvetto, in prossimità della fermata MM3 di Porto di Mare.

Una vecchia cascina ristrutturata e gestita da Sunugal, associazione socio-culturale italo-africana, un luogo d’incontro di culture, interessi, storie e generazioni diverse, un luogo di musica, teatro, mostre, ma anche giochi e una birra o cena in buona compagnia.

Con l’edizione del 2024 dal titolo “Prima che sia troppo tardi” e con l’apertura di un secondo conflitto in Medio Oriente contro la popolazione palestinese di Gaza, mantenendo il carattere originario, abbiamo voluto inserirci nel pieno della fase in corso avendo inoltre chiaro che i due fronti di guerra, Ucraina e Palestina, fanno parte di uno stesso disegno di difesa dell’egemonia USA e occidentale in generale. Abbiamo indagato la fase di preparazione all’espansione della guerra in particolare dell’Europa contro la Russia.

In opposizione al pensiero unico del sistema guerra, con la manipolazione dell’opinione pubblica, ci poniamo la domanda “Perché la Guerra?” a cui il sistema, come avvenuto per la Jugoslavia, l’Iraq o la Libia, risponde sempre con false motivazioni: la difesa dei valori dell’occidente.

“Perché siamo in guerra”, non un interrogativo e un esclamativo, ma come dato di fatto, è il titolo di questa edizione, perché ormai tutti i processi per iniziare la guerra sono in corso.

Il Nemico, la Russia, è già stato da tempo costruito e oggi è più chiaro che la Russia è solo il primo, in termini di tempo, Nemico e che il nemico principale è la grande potenza economica, industriale e geopolitica della Cina e con lei i paesi dei BRICS con tutti i legami costruiti in Oriente, in Africa e in Centro-Sud America.

Le Risorse Finanziarie, il piano europeo Rearm Europe da 800 miliardi è stato predisposto per investire in armamenti, convertire l’industria civile (automotiv) in armamenti, sviluppare la ricerca sui sistemi d’arma e sull’intelligence, integrare infrastrutture e logistica.  La Germania da sola intende investire 500 miliardi in armamenti per essere l’esercito europeo più potente … tristi ricordi!

I Guerrieri, uomini e donne per rafforzare gli eserciti con la sempre più invadente presenza delle forze armate nella scuola e nell’università; bandi di reclutamento sempre più invitanti per la professione di soldato ben pagato e gratificato, in particolare nelle aree senza lavoro.

Preoccupa l’innegabile (anche se non maggioritario) consenso dell’opinione pubblica verso  una propaganda che è ormai definibile come manipolazione delle masse, censura del pensiero critico, russofobia, due pesi e due misure verso la Russia o Israele.  E per chi non accetta di uniformarsi è pronta la Repressione del dissenso con l’approvazione del ddl Sicurezza.

Dedichiamo questa Tre Giorni alle vittime dei piani di guerra volutamente dimenticate dalle istituzioni, in particolare all’Ambasciatore Luca Attanasio e al giornalista Andrea Rocchelli introdotti da Germana Leoni e Fabrizio Cassinelli, due giornalisti che si sono spesi molto per un uomo che ha pagato caro il diritto all’informazione: Julian Assange.

Venerdì 19, dopo la presentazione del programma e la dedica con i padri di Luca e Andrea, apriamo la Tre giorni con l’intervento di Angelo D’Orsi: Il sistema guerra.

Nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 svilupperemo gli approfondimenti in quattro panel con un intermezzo, il sabato sera, di uno spettacolo musicale e teatrale con Gaetano Liguori con l’esecuzione musicale de “La Cantata Rossa per Tall El Zaatar” e la voce recitante di Silvano Piccardi che interpreta brani di scrittori palestinesi.

Questi i temi dei diversi incontri: Perché ci portano in guerra? – Indagine sulle condizioni finanziarie, monetarie, economiche, commerciali e produttive che richiedono uno sbocco nella guerra con le sue varie forme: l’attacco alla supremazia del dollaro, il sistema bancario e i debiti sovrani, controllo delle vie commerciali, la globalizzazione e la perdita di autonomia produttiva. – Con Andrea Fumagalli, Alessandro Volpi, Vadim Bottoni, Domenico Moro

Dalla propaganda alla manipolazione delle masse – La creazione del “Nemico” e del “Guerriero” che lo combatte; le emergenze usate per la riduzione delle libertà e la repressione del dissenso; le tecniche di manipolazione del pensiero collettivo e l’uso delle nuove tecnologie (AI, rete satellitare). – Con Federico Greco, Francesco Galofaro, Maurizio Guerri, Gianluca Magi.

Militarizzazione della società – Dell’informazione, della scuola e università, conversione bellica dell’industria, riduzione del welfare, delle libertà e agibilità –  Con Antonio Mazzeo, Alberto Larghi, Giuliano Marrucci, Fabio Savoldelli.

Il mondo oggi, indagine geopolitica – Crisi dell’egemonia USA e sviluppo del Sud globale e del multipolarismo, la guerra in Ucraina e Medio Oriente. –  Con Fulvio Scaglione, Francesco Maringiò, Stefano Orsi, Shokry Hroub

La Tre giorni si chiuderà con un intervento di Moni Ovadia sulle prospettive politiche (nella foto).

 Novità di questa edizione è il maggiore e autonomo spazio dedicato alla Cultura e all’Arte

Sì, certo, con: L’arte in tempo di guerra – Cultura censurata, spirito critico smarrito. –  Con Claudio Elli, Alberto Oliva, Roman Froz Gorskiy. L’arte come pensiero critico – Con Silvia Battisti. Incontri in libreria – Laura Tussi e Fabrizio Cracolici presentano il libro “I partigiani della pace”, movimenti e strategie per fermare le guerre. 

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