Il metodo M ed i viandanti
Il metodo M ed i viandanti
di Rodrigo Rivas
Dalle mie
parti passano quotidianamente gruppetti di viandanti diretti ad Assisi.
Di solito partono da La Verna, un santuario francescano vicino a Pieve di
Santo Stefano.
In una settimana, su e giù per gli Appennini tosco-umbri, si fanno circa 150
chilometri.
Chiacchierando, raccontano le loro
diverse motivazioni.
La maggior parte lo fa per devozione, molti per il piacere di muoversi su
questa meravigliosa natura, alcuni per approfittare della "splendida
compagnia".
Tutti e tutte puntano dritti su Assisi. Nessuno è sfiorato dall'idea di deviare
verso il santuario di Loreto sulla costa romagnola, sul lago Trasimeno o sul
santuario francescano di Cortona.
Esclusa la devozione, compartendo quasi tutte queste ragioni penso
che farò un pezzettino del "Camino di Santiago".
Punterò dritto verso il santuario della Galizia e poi, se le gambe mi
autorizzano, aggiungerò un centinaio di chilometri per andare a salutare lo zio
Atlantico al Capo Finisterre, laddove i romani credevano finisse l'occidente.
Nell'alto Tevere, tutti osserviamo,
con diverso interesse, il passare dei viandanti.
I fraticelli di La Verna, oltre ad ospitarli, propongono loro "grappe coi
sandali", a Città di Castello alcuni volenterosi vi offrono miracolose
pomate lenitive e cicatrizzanti, a Citerna tisane per non addormentarsi mentre
si cammina, a San Sepolcro repellenti contro le zanzare tigri.
A Montone, il bellissimo paese di
Braccio Fortebraccio, un mio conoscente, proprietario di un agriturismo
dove si mangia bene e si dorme meglio, offre "a prezzi di crisi" il
"menù del viandante ghiottone" ed il "silenzioso riposo del
poverello riottoso".
Sono proposte piuttosto allettanti.
Solo che la sua "Pieve dei
poveri è dei trovatori" si trova a circa 25 chilometri ad ovest della
rotta mentre la basilica del santo è ad un centinaio, ma verso est.
Ergo, la camminata pellegrinesca aumenterebbe di 50 km e di 2 giornate.
Per aiutarlo (in cambio di un menù completo), gli ho proposto di applicare il
"Metodo M" in versione altotiberina:
1. Per arrivare ad Assisi i nostri devono superare una serie di situazioni che
possono congelare il sangue nelle vene persino a San Gennaro.
Non tanto i cinghiali, ormai diffusi pure in città, né le garze ladre, le volpi
ed i porcospini.
2. Da Città di Castello, i nostri vanno a Pietralunga, ridente cittadina piena
di tartufi, funghi, tagliatelle e patate. Ma, per arrivarvi, devono
attraversare vasti altopiani popolati da feroci pecore allevate da omoni sardi
in compagnia di centinaia di cani maremmani alti, in media, 150 centimetri.
Coloro che vi si addentrano, devono prima abbandonare ogni speranza.
3. Se riescono a scampare persino ai magnifici pecorini sardi (e all'ottimo
Cannonau che gli fa compagnia), arrivano a Gubbio, magnifica città medievale e
tappa obbligata per tutti i pellegrini.
Ma a Gubbio, come ben sapeva il Petrarca già a metà del '300, sotto il Palazzo
dei consoli gira un famoso lupo che Francesco aveva addomesticato ma, credete
che, dopo 800 anni, lupi e lupetti ricordino ancora di essere diventati
mansueti?
4. Non volendo spaventare chicchessia,
non ci dilunghiamo sulle tante altre difficoltà ed i gravi pericoli che
attendono i nostri coraggiosi amici.
5. Esiste un'ottima alternativa per
concludere felicemente il vostro periplo.
È una proposta che non potete rifiutare:
Fatte una piccola deviazione per Montone.
Vi aspetta la "Pieve dei poveri e dei trovatori" dove vi
rifocillerete in abbondanza.
6. Dopo un
paio di giorni di riposo e cibo ricostituenti, provvederemo a timbrare il
vostro "Passaporto del Pellegrino".
7. Recita il nostro sigillo: "Siamo usciti a vedere le stelle sulla
strada per Assisi, a due passi del poverello, di fra' Leone, della Porziuncola
e dell'Eremo del Carcere".
8. Con calma, porteremo poi a destinazione le vostre candele ed ex voto.
Troveranno un posto d'onore.
9. Venite subito, del doman non v'è certezza, chi vuol esser lieto, sia.
10. Se il vostro scopo non è onorare il Santo bensì disturbare gli animali,
deturpare la foresta e aumentare i rifiuti urbani, continuate pure.
Lo farete a vostro rischio e pericolo.Si prega di non rispondere a questa
onestà e disinteressata proposta con termini poco consoni ad una sana e
consapevole convivenza.
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