Cub: perchè sosteniamo le mobilitazioni contro la guerra e la manifestazione di Pisa

  Cub: perchè sosteniamo le mobilitazioni contro la guerra e la manifestazione di Pisa

Siamo non solo angosciati per la guerra in corso ma esprimiamo la nostra preoccupazione per le conseguenze che questo conflitto avrà sui lavoratori e sulle lavoratrici. Le sanzioni, i bombardamenti si abbattono sulle classe popolari da sempre vittime delle guerre. La corsa al riarmo investe i paesi europei, le spese militari supereranno presto il 2% del Pil, sono soldi che sottrarranno alla scuola, alla sanità, ai salari e alle pensioni. Ogni investimento in armi non solo porta morte e distruzione ma alimenta la cultura favorevole alla guerra, manipola la pubblica opinione , piega la cultura  e il sindacato alle logiche militariste.
 
Pensiamo a quanti fondi vengono destinati alle spese militari, agli innumerevoli profitti accumulati dalle multinazionali produttrici di armi, con questi fondi potremmo costruire e attrezzare ospedali e scuole, assumere lavoratori e lavoratrici con salari dignitosi. 
 
La corsa agli armamenti è da tempo iniziata al pari del rifornimento di armi e induce a pensare  che la classe politica non voglia operare scelte per scongiurare la guerra che si porta dietro povertà, speculazioni sui generi di prima necessità e sulle tariffe energetiche
 
La guerra del 1999 come quella di oggi è alimentata dal controllo delle vie energetiche, siamo preoccupati dal ricorso alla guerra come mezzo per superare le crisi economiche, siamo invece convinti che agli enormi profitti di pochi corrisponderanno immani sacrifici per i lavoratori e le lavoratrici.
 
Da sempre siamo contrari alla militarizzazione dei territori e per questo come Cub partecipiamo ai comitati contro il potenziamento delle basi militari Usa e Nato, contro l'invio delle armi dall'Italia, per il rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, il nostro ripudio della guerra è totale e non giustifica alcun invio di armi.
 
Non rivendichiamo una generica pace ma una società nella quale non esistano le ragioni della guerra e quel coacervo di interessi economici e finanziari che scatenano i conflitti
 
La nostra vicinanza va ai lavoratori e alle lavoratrici russi e ucraini che pagheranno lo scotto di questa guerra, il nostro pacifismo è integrale, la nostra pratica quotidiana è quella del movimento operaio che si mobilitò contro il ricorso alla guerra e ai nazionalismi, oggi si tratta di attualizzare quell'insegnamento storico a partire dalla costante denuncia del commercio di armi, della militarizzazione dei territori perchè porti e aeroporti siano smilitarizzati.

Un saluto caloroso a quanti oggi manifestano contro la guerra e contro l'invio delle armi, il ruolo del sindacato per noi non sarà mai quello di asservirsi alle logiche del conflitto consapevoli che i soli a rimetterci saranno i lavoratori e le lavoratrici

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