Quando si scatenano battaglie di civiltà chi dissente diventa un barbaro da annientare. A proposito dell'intervento di Draghi in Parlamento

L'intervento di Mario Draghi in Parlamento durante la video conferenza del Presidente Zelensky merita di essere ascoltato, o letto (https://www.governo.it/it/articolo/incontro-videoconferenza-alla-camera-con-il-presidente-zelensky-lintervento-del-presidente) con grande attenzione.

Chiunque oggi pensi che il ruolo dell'Italia sia quello di un paese interessato alla pace e alla fine del conflitto dovrà, a nostro avviso, ricredersi.

I toni retorici del Premier sostengono una tesi di fondo: questa guerra vede da una parte la civiltà occidentale e dall'altra la barbarie che va contrastata con ogni mezzo.

 L’arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all’esercito invasore.

La Russia ha sempre smentito di volere attaccare i paesi dell'est Europeo o di volerli annettere in una alleanza militare contrapposta alla Nato che dovrebbe avere, solo in teoria, scopi difensivi. 

Nel 2004 si è completato il processo di adesione di altri 7 Paesi ex sovietici: Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia. Due anni dopo sono entrate nella NATO Albania e Croazia, nel 2017 il Montenegro e nel 2020 la Macedonia del Nord.

Certi dati risultano incontrovertibili a confermare come le premesse di questa guerra siano dettate dall'espansionismo della Nato. Dirlo , o scriverlo, significa non giustificare, e men che mai sostenere, Putin e la Russia ma solo fornire un quadro esaustivo del conflitto in corso.

 Draghi, nel suo breve discorso, spiega che l’Ucraina non difende soltanto se stessa. difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza

Non sappiamo di quale pace stia parlando Draghi visto che dal 2014 imperversa una guerra civile in Ucraina e alcune regioni russofone hanno proclamato la propria indipendenza. E nessuna parola viene spesa per denunciare la presenza di un battaglione dichiaratamente neo nazista nell'esercito ucraino, i cui uomini sono da anni nelle scuole a gestire programmi di autodifesa che alla occorrenza diventano occasione di propaganda ideologica. E silenzio assoluto sui partiti ucraini messi fuori legge, eppure la democrazia classica dovrebbe stare a cuore ai guardiani dell'Occidente illuminista (ma assai poco illuminato).

Draghi parla di Difendere quell’ordine multilaterale basato sulle regole e sui diritti che abbiamo faticosamente costruito dal dopoguerra in poi, una narrazione a senso unico che dimentica invece le guerre di liberazione di tanti popoli, i colpi di stato orchestrati dalla Cia per imporre governi fantoccio filo Usa.

Quando le narrazioni diventano a senso unico si corre il rischio di utilizzare a fini pubblici la storia per giustificare acriticamente il presente e il recente passato. 

La narrazione di Draghi dipinge un Occidente senza macchia tacendo sulle guerre umanitarie e sul sostegno accordato a impresentabili alleati che poi si sono rivoltati contro le stesse potenze occidentali.

In queste settimane numerosi militari italiani hanno denunciato che ingenti quantitativi di armi potrebbero finire nelle mani sbagliate e ritrovarsele ben presto utilizzate contro gli eserciti occidentali. E' già accaduto con l'Isis e temiamo possa verificarsi anche in futuro.

Quando Draghi esalta l'accoglienza dei profughi dovrebbe rivedere le normative in materia di accoglienza e immigrazione ma se lo facesse perderebbe un pezzo importante della sua coalizione. Meglio allora perseverare nella narrazione antistorica della civiltà occidentale contrapposta alla barbarie Orientale (stereotipi da neo colonialismo)

Perché davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. Il Governo e il Parlamento sono in prima fila nel sostegno all’Ucraina. Sin da subito, abbiamo offerto aiuti finanziari e umanitari e abbiamo risposto, insieme ai partner europei, alle richieste del Governo ucraino di assistenza per difendersi dall’invasione russa. Siamo pronti a fare ancora di più. 

Il ruolo dell'Italia dovrebbe essere ben altro che soffiare sul fuoco, esportare armi e rivendicare la Resistenza ucraina come baluardo della difesa dell'Occidente. Solo pochi giorni fa dal Kosovo è arrivato un atto di accusa alla Serbia e l'invito alla Ue e alla Nato di considerare ritorsioni contro quello che dipingono come avamposto degli interessi russi nei balcani. Il vento del nazionalismo torna a soffiare alimentato dagli interessi occidentali e dal controllo dei corridoi energetici.

Non mancano poi accenni etici e morali anzi l'intero discorso di Draghi ridonda di simili toni. 

Si rivendica l'appartenenza della Ucraina al fronte occidentale esortando i paesi Ue ad accoglierla nell'alleanza europea che poi schiuderà le porte anche all'ingresso nella Nato. 

Un discorso in linea con i dettami Usa e Nato e con qualche accenno significativo agli scenari economici dove parla dell'impegno italiano a  diversificare le  fonti di approvigionamento energetico, così da superare in tempi molto rapidi la dipendenza dalla Russia.  Draghi non dice quale sarà il costo di questo nuovo approvigionamento che sappiamo essere assai elevato tanto che già si parla di un nuovo PNRR per i paesi europei. E questo  nuovo approvigionamento indebolirà l'economia dell'Italia .

L'’Italia è al fianco dell’Ucraina, l’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea. Quando l’orrore e la violenza sembrano avere il sopravvento, proprio allora dobbiamo difendere i diritti umani e civili, i valori democratici. 

Peccato che certi valori democratici non si esportino con il colonialismo 4.0, la guerra, il commercio di armi e con la Nato

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