No all'aumento delle spese militari
«Mi sono vergognato quando ho letto che un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il 2% del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta succedendo adesso. La pazzia!». Il Papa torna ancora una volta a denunciare gli investimenti per gli armamenti, rivolgendosi direttamente a quei Paesi europei membri della Nato che hanno deciso di aumentare fino al 2% del Pil la spesa militare come la Germania e l’Italia, andandosi ad aggiungere a Francia e Regno Unito.
Il 16 marzo, infatti, la Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza (solo 19 contrari) un ordine del giorno proposto dalla Lega che impegna il governo a portare dall’1,5% al 2% del Pil le spese militari entro il 2024 (cioè da 25 a 38 miliardi di euro l’anno). E il presidente del Consiglio Mario Draghi lo ha ribadito nelle comunicazioni al Parlamento, alla vigilia degli incontri a Bruxelles con i vertici Nato, G7 e Consiglio europeo, alla presenza del presidente Usa Joe Biden: «Vogliamo adeguarci all’obiettivo che abbiamo promesso alla Nato», ovvero il 2% del Pil.
«La buona politica non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura della persona e della sua dignità e della nostra casa comune e la «guerra vergognosa» che si sta combattendo in Ucraina», ha proseguito il Papa, «è il frutto della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica», come «dimostra la storia degli ultimi 70 anni»: ci sono state diverse «guerre regionali» e ora «questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero». Ma il problema di base è lo stesso, ha aggiunto: «si continua a governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri».
Invece «la vera risposta non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato, non facendo vedere i denti come adesso, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare».
Il Comitato Popolare Sangiulianese ha deciso di riprendere le illuminanti dichiarazioni di Papa Francesco per denunciare la deriva militarista del nostro Paese e dell'intera Ue e la totale subalternità geopolitica e militare alla Nato, la cui politica espansionistica nell'est europeo che l'ha portata in 20 anni da 16 a 30 membri, è concausa, insieme all'irrilevanza negoziale europea, della guerra in Ucraina, in corso nel Donbass dal 2014 dove ha causato 13.000 morti civili ucraini di lingua russa.
Non solo Putin è responsabile della Guerra in corso ma anche la Nato che ne ha creato le condizioni con la sua politica espansionista e con il riarmo dell'Ucraina.
Invitiamo a partecipare alla Marcia straordinaria per la pace Assisi-Perugia del 24 aprile manifestando la nostra contrarietà alla politica di riarmo e alla guerra e sostenendo la necessità di uscita del nostro Paese dalla Nato e dalle sue pericolose politiche espansionistiche.
Comitato Popolare Sangiulianese contro i popoli oppressi e la guerra
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