La Ue va alla guerra

Forse la Ue dovrà ringraziare  Putin perchè l'attacco alla Ucraina ha ricompattato, al momento, i paesi leaders dell'Alleanza Europea e rilanciato la produzione e il commercio di armi. 

Esempio eloquente è il riarmo della Germania e l'aumento repentino, ma previsto fin dal 2014, fino al 2% del Pil per ciascun paese della Nato. 

La Germania cambia rotta rispetto alla linea della Merkel e il governo di centro sinistra indossa elmetto e fucile con un riarmo destinato ad ammodernare l'esercito tedesco mettendolo in condizione di partecipare, nei prossimi anni, agli scenari di guerra. Una svolta epocale che getta le basi del nuovo modello di difesa europeo dentro e fuori la Nato.

I due anni pandemici hanno spinto la Ue a sospendere le regole di Maastricht per sostenere i paesi membri soprattutto quelli in maggiore difficoltà causa contagi.

Gli investimenti pubblici a sostegno dell'economia privata e per attuare dei Piani di ripresa e resilienza restano comunque inferiori a quelli Usa .

Sono proprio gli anni pandemici ad avere spinto la Ue verso sinergie e alleanze più strette che necessitavano di investimenti pubblici a sostegno della economia senza tuttavia accrescere il potere di acquisto di salari e pensioni. Uno sforzo di coordinamento che ora si sposta dalla lotta al covid alla guerra.

La UE ha  già mobilitato aiuti militari superiori a 500 milioni di euro e in deroga alle normative fino ad oggi vigenti sono stati stanziati fondi per consegnare armi di ultima generazione all'Ucraina.

Il vecchio e sempre verde neokeynesimo di guerra sarà utile per occultare gli impatti negativi sulla economia europea derivanti dalle sanzioni alla Russia ma al contempo getta le basi di nuove politiche per attuare le quali il Patto di Stabilità, per quasi 20 anni faro guida delle politiche europee, potrà attendere. 

La fornitura di armi inizia già il 27 febbraio, in deroga a quei dettami che fino ad oggi avevano impedito l'uso del budget comunitario per la guerra. 

 La  UE utilizzerà uno strumento di finanziamento fuori bilancio denominato " European Peace Facility " con la possibilità di spendere fino a 5 miliardi di euro per aiuti militari all'Ucraina. 

Ad oggi oltre 500 milioni  di questi 5 miliardi sono serviti per armi destinate all'Ucraina. 

Le armi arrivano direttamente da Polonia , Lituania ed Estonia  e anche da altri paesi ad esempio Italia, Gb e Belgio solo per menzionarne alcuni

Il primo effetto della guerra è l'incremento dei processi di militarizzazione dei territori, l'aumento della spesa militare dei paesi membri della Ue di un buon 0,5 del loro Pil, cifre astronomiche tanto per capirci.

Il secondo effetto riguarda la sospensione ancora per qualche tempo del patto di stabilità, investimenti tecnologici, legati anche ai vari PNRR, alla tecnologia in buona parte spendibile anche in ambito militare per finire poi con la svolta energetica che potrebbe determinare scelte nucleari o rilancio di alcune rinnovabili oltre all'approvigionamento di gas e petrolio in altre aree del Globo (a costi superiori di quelli russi)

Da capire ancora quali saranno i costi di queste scelte per i paesi economicamente piu' deboli, parliamo non solo dell'area Mediterranea ma dell'est Europeo 

Ai rifugiati ucraini è stato concesso quanto invece avevano negato ad altri popoli, ossia la possibilità di restare nella Ue per tre anni beneficiando di protezione e accoglienza. Ancora da comprendere i criteri con i quali saranno smistati tra i vari paesi i profughi ucraini, metà dei quali in Polonia, in numeri importanti anche in Ungheria . Questi ultimi due paesi sono stati intransigenti nelle politiche di respingimento dei migranti asiatici giusto a ricordare come l'umanitarismo del vecchio continente sia variabile a seconda della provenienza dei migranti. La stessa Romania si trova con un numero elevato di profughi , idem il paese più povero del continente ossia la Moldova, paese non membro della Ue.

Da capire cosa farà la Ue se le truppe russe dovessero avvicinarsi, nella loro avanzata in Ucraina, al confine con la Polonia paese Nato e da tempo protettorato Usa. 

Un aspetto da considerare è l'elevato numero di migranti ucraini a conferma che l'accoglienza dei paesi Ue di questo popolo in fuga dalla guerra stride con quanto avvenuto in altri conflitti ad esempio quello del 1999 dove i fenomeni migratori furono assai contenuti rispetto a quelli attuali. 

La guerra in corso porta un sostanziale rafforzamento della Nato alla quale guardano con interesse anche paesi nuovi.

Ma questa guerra avrà ripercussioni economiche sui paesi Ue, specie quelli dipendenti dall'import ed export con la Russia, da qui si aprono scenari nuovi in campo militare ed economico che andranno analizzati con attenzione. E nel frattempo nasce la nuova difesa europea . 




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