soldi per le armi, i tagli alla sanità

 riceviamo e pubblichiamo


E’ di pochi giorni fa la notizia che la Camera dei deputati ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo ad aumentare le spese per la “difesa” militare fino al 2% del PIL. Questo significa passare da 68 a 104 milioni di euro al giorno, da 25 a 38 miliardi ogni anno. 13 miliardi per le spese militari.
La giustificazione di queste nuove spese sono dettate dal fatto che l’Italia è “entrata” in guerra.
L’Italia, quel paese che dovrebbe ripudiare la guerra (lo dice persino la costituzione!) e invece si arma e trova in un lampo le risorse per farlo.

Mentre l’investimento militare si fa strada, il Governo Draghi è pronto a indebolire la sanità con quasi 6 miliardi di tagli nei prossimi due anni. Inizia la guerra, finisce la pandemia. La motivazione ufficiale che ci viene data per questi tagli è legata ai minori oneri connessi alla gestione dell’emergenza epidemiologica. Quindi con la presumibile (non prevedibile) fine della emergenza sanitaria i fondi previsti per la sanità non servono più!
Chissà cosa ne pensa tutto il personale sanitario, ormai allo stremo delle forze, e i pazienti che si vedono (quando si vuole vedere) sottrarsi altre risorse per uno dei diritti primari e fondamentali già messo a durissima prova: il diritto alla salute per tutt*?!

Certo niente di nuovo, sono più di vent’anni che ci sono tagli alla sanità pubblica con la conseguente rafforzamento di quella privata e convenzionata.
Non andando troppo lontano con il tempo, negli ultimi 10 anni (non contando questi ultimi 2) ci sono stati:
-meno 70 mila posti letto disponibili (la media europea di posti letto per 1000 abitanti è 5, in Italia è di 3,5).
-meno 51% dei posti per casi gravi e per la terapia intensiva.
-meno 46 mila dipendenti del SSN tra il 2009 e il 2017.
-calo del 6,8% dei medici di famiglia e meno 10% delle guardie mediche.
Diciamo che se è necessario fare dei tagli, la sanità è sempre al primo posto per i governi italiani di qualsiasi colore.

A questo punto ci chiediamo cosa abbiamo imparato da questa pandemia?
Sono passati due anni e quello che ci resta di questa traumatica esperienza è la conferma dell’assoluta e totale ingiustizia di questo sistema economico e politico.
Dopo 158mila decessi di Covid in tutta Italia, 39mila nella sola Regione Lombardia, (dati tra l’altro sottostimati secondo la ricerca di “The Lancet”), dopo aver visto gli ospedali in tilt, medic* e infermier* piangere, proteste del personale sanitario, pazienti non Covid che non venivano visitati né curati e che troppo spesso sono morti per questo. Dopo tutto quello che abbiamo visto e vissuto, davvero il governo ha il coraggio di dichiarare che “finita” l’emergenza sanitaria questi 6 miliardi di euro non servono più al Sistema sanitario nazionale?
Come scrive una illuminante compagna: “Dopo 2 anni di pandemia tagliano i fondi per la sanità. Dopo 30 giorni di guerra tra Russia e Ucraina investono miliardi di euro nella militarizzazione. Di che morte ci vogliono far morire?”.

In questo perenne stato di capitalismo dell’emergenza i ricchi sono diventati ancora più ricchi, i poveri sempre più poveri. Chi è al potere decide sulle nostre vite.
Per il welfare non ci sono mai soldi, per tutto il resto sì.
Se sei pover* e non hai i soldi per curarti, fatti tuoi. Se sei ricco puoi pagarti le migliore prestazioni mediche in un ospedale privato. Se sei vecchi*, non sei più produttiv* quindi sei inutile e puoi morire da sol* in qualche RSA privata convenzionata. Se hai bisogno urgentemente di una visita specialistica, prega o paga. Se i tuoi diritti di lavorator* vengono calpestati e denunci condizioni disperate nella sanità, ti trasferiscono, demansionano, ti fanno mobbing, ti licenziano.
In questo mondo malato anche le guerre vengono discriminate, alcune sono più importanti di altre. Se sei ucrain* e sei infermier*, medic*, operator* sanitari* puoi lavorare negli ospedali pubblici!
Se non sei in regola con i documenti e non sei un* “ver* profug* bianc*” ti lasciano morire in mare, nei CPR, in Libia o vai a raccogliere pomodori a 3 euro l’ora. Le porte sono aperte ma i porti no!
Delle altre guerre in atto da anni in altre parti del mondo, delle discriminazioni, violenze, dittature importa poco. Al massimo ci si indigna per qualche giorno. Loro non sono come noi, veri europei.

Non c’è pandemia o tragedia umanitaria che tenga. Nel capitalismo il profitto vince sulla salute, il profitto vince sul benessere collettivo e sulla pace.
Produci, consuma, armati e crepa.

Collettivo ZAM

da Milano in Movimento su Osservatorio Repressione

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