Grande è il disordine sotto il cielo ma la situazione non è eccellente

Pace o guerra? Esiste un paese reale contro la guerra e una classe politica a favore?

A nostro avviso questa semplificazione non regge perchè alcuni settori della società, sindacati inclusi, hanno assunto posizioni belliciste interpretando l'art 11 della Costituzione come invito a sostenere l'Ucraina rifornendola di armi. E al di là della esigua pattuglia dei parlamentari contrari all'aumento delle spese militari, a destra e a sinistra le voci a favore dell'industria bellica e degli interventi militari sono maggioritarie.

Poi possiamo entrare nel merito dei sentimenti diffusi nel paese dove troviamo profonda preoccupazione per le conseguenze dell'embargo alla Russia con ripercussioni negative sul costo delle materie energetiche e dei prodotti agricoli. Sono diffuse le preoccupazioni per le conseguenze economiche questo è il dato nuovo rispetto ad altre guerre "umanitarie" ma da qui a ipotizzare la contrarietà della stragrande maggioranza dell'opinione pubblica alla guerra e al nuovo ruolo imperialista della Ue corre grande differenza. Alcuni dubbi sull'aumento delle spese militari e sull'embargo serpeggiano tra i Partiti ma la chiamata alla fedeltà con il Governo Draghi è cosi' forte da far rientrare mugugni e perplessità

Esiste un partito trasversale della guerra favorevole alla NATO e alla svolta militarista e imperialista della UE ma numerose sono anche le contraddizioni dentro il movimento contro la guerra con troppi pacifisti che si muovono sull'onda della equidistanza e lasciano fuori il nodo saliente, quello rappresentato dalla Nato e dal suo ruolo.

Ad oggi il mondo cattolico è contrario alla guerra, basta vedere le dichiarazioni del Papa, ma rispetto al passato non vediamo alcuna mobilitazione proveniente da questo settore della società eccezion fatta per l'accoglienza ai profughi.

In queste settimane ci sono stati segnali importanti di risveglio conflittuale, dalla Gkn alle scuole, ma si tratta ancora di episodi che non fanno presagire un percorso di lotta e di opposizione. 

Crediamo dirimente l'aumento dei costi delle derrate alimentari e delle materie prime saranno questi gli elementi dirimenti sui quali si innesteranno le principali contraddizioni.

E la riduzione del flusso degli idrocarburi ha determinato la crisi del modello green sui quali una parte della sinistra sembrava avere puntato in nome di una riconversione ecologica dell'economia della quale non si vede traccia come del resto della riconversione delle industrie belliche che al contrario avranno sempre maggiore impulso in nome del neoKeynesismo di guerra. 

Stiamo entrando in una nuova fase che ridisegnerà gli equilibri geostrategici, i corridoi energetici determinando anche una nuova suggestione nuclearista

Di certo la crisi di sovrapproduzione è tutt'altro che rientrata tanto che alcuni già parlano di stagflazione, dell'impoverimento della classe operaia e di quella media, un impoverimento che va di pari passo con l'abbassamento della aspettativa di vita che ha iniziato a calare prima della pandemia, causata da anni di taglio al welfare e alla sanità. 

Se grande è il disordine sotto il cielo la situazione è tutt'altro che eccellente e il rischio di ritrovarci in una società dove lo stato di emergenza sia prassi quotidiana (dalla pandemia alla guerra) è tutt'altro che remoto.

All'orizzonte la omologazione al pensiero dominante e agli interessi vitali e strategici rispetto ai quali dovremo costruire una concreta disobbedienza e delle forme di opposizione radicali che investiranno le scelte politiche, sociali e sindacali e lo stesso mondo della cultura che non potrà esimersi dall'esprimere un pensiero critico rispetto al nuovo ordine mondiale, alla retorica bellicistica e allo stato di emergenza.

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