Droni di tutto il mondo unitevi!

Ne hanno parlato alcuni giornali come Il fatto Quotidiano e l'Indipendente, la notizia non viene smentita ma pare che dai vertici dell'Esercito italiano arrivi la richiesta di potenziare la fabbricazione di droni armandoli a fini militari. La guerra con i droni è risaputa trattandosi di strumenti bellici efficaci per colpire nemici e obiettivi 

Le forze aeronautiche italiane  possiedono il drone MALE che vola fino a 15km di altezza per circa 2000km, immaginiamoci se fosse armato quale effetto potrebbe avere. 

Il Generale Goretti in un intervento alle commissioni di Camera e Senato :

Vorrei stimolare una nuova riflessione anche in tema di velivoli a pilotaggio remoto, circa l’opportunità di riavviare il processo autorizzativo volto ad armarli, per dotarli finalmente di una componente d’ingaggio al suolo

In attesa della autorizzazione del Parlamento è bene sapere che i droni armati per Amnesty International  hanno provocato migliaia di morti civili basta guardare all'utilizzo fattone dagli Usa in vari paesi africani.

Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2021-2023 (https://www.difesa.it/Content/Documents/20210804%20DPP%202021-2023%20-ult.pdf)    non esclude ma avvalora l'ipotesi che allo studio del settore industriale e militare italiano sia l'adozione dei droni armati ai quali aggiungere gli Hero-30 israeliani, velivoli a pilotaggio remoto, armati con una testata esplosiva.

Una nuova sinergia tra Difesa e industria Per questo obiettivo è necessario innovare l’interazione tra la Difesa e l’industria, costruendo un “Sistema Difesa” sinergico e strategicamente solidale, rivolto allo sviluppo più che all’acquisizione, alle tecnologie più che ai prodotti, ai programmi più che ai contratti, alla dimensione europea e internazionale più che al mercato nazionale. Ciò, evolvendo da un rapporto tra le Forze Armate e l’industria del tipo “cliente-fornitore”, attraverso una innovata sinergia come “Sistema Difesa”, volta a contemperare le prioritarie esigenze di sviluppo capacitivo dello Strumento militare con gli obiettivi di innovazione tecnologica e di competitività dell’industria nazionale, attraverso l’uso integrato e bilanciato del mercato domestico, di mirate strategie di collaborazione internazionale e della proiezione sui mercati esteri. L’azione di indirizzo di questo sistema fa capo all’Autorità politica del Ministero, anche nell’ottica di raccordo con gli altri Dicasteri, ed è orientata a: − assicurare l’efficacia del sistema di difesa nazionale valorizzando il potenziale dell’industria domestica, ai fini del suo rafforzamento tecnologico, dell’accesso ai cofinanziamenti europei e della competitività nella proiezione internazionale; − concentrare gli investimenti sui programmi che assicurano maggiori ritorni tecnologici, industriali e economici; − focalizzare sui programmi strategici e abilitanti gli obiettivi di ricerca e sviluppo, attraverso le capacità tecnologiche e produttive dell’industria, le strategie di cooperazione politico-industriale, nonché, non ultimo, il supporto delle Forze Armate e delle istituzioni. In questo modo il Sistema Difesa si potrà proiettare nelle transizioni tecnologiche generazionali volte a determinare i futuri rapporti di forza e di influenza tra i Paesi, sul piano delle capacità militari, tecnologiche, industriali. 

I piani di riarmo della Ue e dell'Italia sono quindi confermati, invece di pensare solo al rispetto delle normative internazionali sarebbe il caso di guardare a questa sorta di neokeynesismo di guerra che porta la produzione di armi di ultima generazione a rappresentare il traino per la industria italiana alla quale far pervenire aiuti e fondi anche comunitari, fondi per i quali noi tutti\e speravamo destinati a ben altro uso (scuole, infrastrutture, ospedali, lavoro). 

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