Tra apatia ed elmetto: le dichiarazioni a senso unico sulla guerra

 Molte analisi del momento storico che attraversiamo, con la crisi ucraina, fanno capire come l’accettazione apatica di un pensiero unidirezionale possa portare, nel tempo, a situazioni pericolose per il buon vivere degli uomini. Così come in Ucraina ora, le litanie analitiche di toppi uomini pubblici in Italia, e rimaniamo fermi qui, al nostro orizzonte, potrebbero scavare fosse profonde, in cui interrare il pensiero critico, ben in fondo.

Esempio un articolo di Federico Rampini, trovato sul sito del Corriere della Sera, proprio oggi, 9 marzo. Scorriamo la giaculatoria foderata da fette di prosciutto di Praga, ben alte. Si parte, naturaliter, con la guerra nel “cuore dell’Europa”, per descrivere la caduta delle democrazie occidentali, impreparate e molli davanti a Putin, così come dice il titolo. Democrazie “assediate dal proprio interno”. La colpa è dei pacifisti ipocriti che gridano slogan assurdi, per Rampini: “né con la Russia, né con la Nato”. Vengono in mente simili slogan nel periodo dei torbidi italiani, quello del terrorismo rosso. Cosa tende a fare questo slogan? “A criminalizzare la proprio storia, a colpevolizzarsi per gli orrori dell’imperialismo”. Rampini si rammarica che tali denunce, parrebbero lecite, parrebbero, vogliano solo definire il “nostro” imperialismo, quello “bianco”, mentre per quelli “russo e cinese” nessuna recriminazione. Mentre quello dei bianchi sembra essere “l’unico militarismo ad avere disseminato il pianeta di sofferenze”. Naturalmente Rampini mette il punto di domanda alla fine della frase.


La colpa di tanto misunderstanding è dei movimenti quali Black Lives Metter, che “da anni denuncia gli Stati Uniti come l’Impero del Male”. Il movimento, che significa appunto Le vite dei neri contano, è la causa di tanta apostasia, non il fatto che gli USA abbiano effettivamente operato in termini imperialistici dalla loro nascita. Prova ne sia che nelle trasmissioni russe gli ospiti spesso sono appartenenti a questo gruppo e sono anche molto presenti “vetero-marxisti con la cattedra nei campus universitari USA dove domina il loro pensiero politically correct.”


Invece il vero genocidio è quello che “Putin vorrebbe compiere contro il popolo ucraino”, vorrebbe…. Mentre per quello che è avvenuto realmente, in più occasioni, da parte dei bianchi USA verso numerosi popoli obbliga i poverini “ad ammetterlo ed a espiare”. Ma come si può essere così crudeli da pretendere scuse da chi, da secoli, ammazza popoli di ogni etnia, partendo dai nativi pellerossa?

Già queste sconsiderate richieste, pronunciate dalla pericolosissima, almeno per Rampini, “Alexandria Ocasio-Cortez [che] accusa l’America per tutte le ingiustizie planetarie” sono da rifiutare.


Per fortuna, in Europa, sempre Rampini docet, “i tedeschi cominciano a prendere sul serio la difesa e il progetto di esercito comune europeo”. Quindi speranze in una resipiscenza da parte nostra ed in questo caso “l’aggressione all’Ucraina è stato uno shock salutare, l’inizio di una presa di coscienza, persino di rinascita.” Bel passaggio che significa che i morti ucraini almeno serviranno a qualcosa, almeno a rilanciare le mire imperialistiche assopite dell’Europa. Passaggio, detto in chiaro, che fa abbastanza schifo.

Ma il pericolo è in agguato. E Mosca e Pechino, che per tutto l’articolo viene tirato continuamente in ballo, come se fosse la Cina ad aver invaso l’Ucraina, “sembrano convinte che …ben presto l’opportunismo del business… e le nostre fazioni antioccidentali …torneranno a dividerci”, dopo che avevamo provato a restare uniti con le sanzioni e l’invio di armi agli ucraini.


Cosa dire a commento? Ben poco. Basterebbe leggere l’intero articolo e pensare che i guerrafondai di casa nostra sono sempre all’erta. E come disse quel tale, a proposito del Nicaragua di Somoza, l’importante è che “il figlio di puttana [di turno] sia il nostro figlio di puttana.” Insomma, se va a braccetto con gli interessi delle vere democrazie – leggi gli USA – ogni fatto, atto, guerra o distruzione in grande, è OK per noi! Altrimenti è un dittatore, alla stregua di Hitler, Stalin, Mussolini.

 

di Tiziano Tussi  

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